Giobbe 7
Gb 14 (Sl 102:1-12; Is 38:10-15) Sl 391«La vita dell'uomo sulla terra è come quella di un soldato;
i suoi giorni sono simili ai giorni di un mercenario.
2Come lo schiavo anela l'ombra,
come l'operaio aspetta il suo salario,
3così a me toccano mesi di sciagura,
mi sono assegnate notti di dolore.
4Non appena mi corico, dico: "Quando mi alzerò?"
Ma la notte si prolunga,
e mi sazio di agitazioni fino all'alba.
5La mia carne è coperta di vermi e di croste polverose,
la mia pelle si richiude, poi riprende a suppurare.
6I miei giorni se ne vanno più veloci della spola,
si consumano senza speranza.
7Ricòrdati che la mia vita è un soffio!
L'occhio mio non vedrà più il bene.
8Lo sguardo di chi ora mi vede non mi potrà più scorgere;
gli occhi tuoi mi cercheranno, ma io non sarò più.
9La nuvola svanisce e si dilegua;
così chi scende nel soggiorno dei morti non ne risalirà;
10non tornerà più nella sua casa
e il luogo dove stava non lo riconoscerà più.
11Io, perciò, non terrò chiusa la bocca;
nell'angoscia del mio spirito io parlerò,
mi lamenterò nell'amarezza dell'anima mia.
12Sono io forse il mare o un mostro marino
che tu ponga intorno a me una guardia?
13Quando dico: "Il mio letto mi darà sollievo,
il mio giaciglio allevierà la mia pena",
14tu mi sgomenti con sogni,
e mi spaventi con visioni;
15io preferisco soffocare,
a queste mie ossa preferisco la morte.
16Io mi sto consumando; non vivrò sempre;
ti prego, lasciami stare; i giorni miei non sono che un soffio.
17Che cos'è l'uomo che tu ne faccia tanto caso,
che tu t'interessi a lui,
18lo visiti ogni mattina
e lo metta alla prova a ogni istante?
19Quando cesserai di tenere lo sguardo fisso su di me?
Quando mi darai tempo d'inghiottire la mia saliva?
20Se ho peccato, che ho fatto a te,
o guardiano degli uomini?
Perché hai fatto di me il tuo bersaglio
a tal punto che sono divenuto un peso a me stesso?
21Perché non perdoni le mie trasgressioni
e non cancelli la mia iniquità?
Poiché presto giacerò nella polvere;
tu mi cercherai, ma io non sarò più».