Epistola agli Ebrei 5:1-10
(apri il capitolo completo)(1Cr 23:13; Eb 8:3)
(Eb 2:17-18; 4:15; 7:26-28; Sl 110:4)1Infatti ogni sommo sacerdote, preso tra gli uomini, è costituito per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati;2così può avere compassione verso gli ignoranti e gli erranti, perché anch'egli è soggetto a debolezza;3ed è a motivo di questa che egli è obbligato a offrire dei sacrifici per i peccati, tanto per sé stesso quanto per il popolo.
4Nessuno si prende da sé quell'onore; ma lo prende quando sia chiamato da Dio, come nel caso di Aaronne.5Così anche Cristo non si prese da sé la gloria di essere fatto sommo sacerdote, ma la ebbe da colui che gli disse:
«Tu sei mio Figlio;
oggi ti ho generato».
6Altrove egli dice anche:
«Tu sei sacerdote in eterno
secondo l'ordine di Melchisedec».
7Nei giorni della sua carne, con alte grida e con lacrime egli offrì preghiere e suppliche a colui che poteva salvarlo dalla morte ed è stato esaudito per la sua pietà.8Benché fosse Figlio, imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì;9e, reso perfetto, divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono, autore di salvezza eterna,10essendo da Dio proclamato sommo sacerdote secondo l'ordine di Melchisedec.