Nella Bibbia si racconta la curiosa vicenda del siro Naaman, un grande generale, lebbroso, che grazie al suggerimento di una serva israelita, si reca dal profeta che gli dice di tuffarsi sette volte nel fiume Giordano e, alla fine, viene guarito.
Quello che mi ha sempre colpito, e sono certo di essere in buona compagnia, è il modo di ragionare di Naaman, quando si sente snobbato dal profeta Eliseo: “Ecco, io pensavo: egli uscirà senza dubbio incontro a me, si fermerà là, invocherà il nome del Signore, del suo Dio, agiterà la mano sulla parte malata, e guarirà il lebbroso. I fiumi di Damasco, l’Abana e il Parpar, non sono forse migliori di tutte le acque d’Israele? Non potrei lavarmi in quelli ed essere guarito? E, voltatosi, se n’andava infuriato” (2 Libro dei Re 5:11-12).
Se non fosse stato per i bravi consiglieri che lo hanno calmato e convinto a provare, Naaman sarebbe rientrato in Siria arrabbiato e lebbroso. Tutto a causa di quella sua affermazione “io pensavo…” e molte simili impediscono a tanti di ricevere le benedizioni del Signore.
Ho incontrato brave persone che sono indietreggiate quando si sono sentite dire che per sperimentare la salvezza bisogna prima ravvedersi e riconoscere d’essere peccatori. Pensavano di essere accolte in maniera ben più rispettosa e onorevole!
Mi ricordo di una ragazza che, avendo seguito per un certo tempo le promesse della Dianetica, aveva speso milioni di lire in costosi libri e corsi. Quando le ho chiesto di venire a un nostro incontro ha rifiutato subito perché pensava di dover affrontare nuovamente un lungo e costoso percorso. Grazie a Dio, compreso che era invitata solamente a partecipare a una riunione, ha accettato. È così venuta al culto e quella stessa sera è stata salvata e liberata dal Signore, gratuitamente.
Un imprenditore, mentre gli annunciavo il messaggio della salvezza in Cristo Gesù, mi sventolò nervosamente delle cambiali sotto il naso perché pensava, e me lo disse: “Queste chi me le paga, il Signore?” Lo esortai a metterLo sinceramente alla prova. Dio risolse miracolosamente il suo problema e lui diede la sua vita al Signore, cambiando completamente opinione riguardo a Gesù dopo averLo incontrato personalmente.
I tre esempi presentati confermano come Naaman non fosse, e non sarà, certamente l’unico ad avere idee preconcette e sbagliate. Siamo esseri pensanti e facciamo benissimo a ragionare e riflettere su ogni scelta, l’importante è che “abbassiamo la guardia” quando le proposte ci vengono da Dio e dalla Parola del Signore. E poi, anche se critici e prevenuti, dovremmo sempre dare a Dio la chance di mostrarci se quello che pensiamo sia giusto o sbagliato.
L’apostolo Paolo, uno dei personaggi più colti e intelligenti della Bibbia, era sicuro delle sue idee religiose e assolutamente contrario a Cristo e ai cristiani ma, davanti all’incontro col Cristo risorto, fu sincero e aperto da riconoscere di aver sbagliato tutto fino a quel giorno e, da persecutore dei cristiani, divenne cristiano a sua volta perseguitato.
Anzi, davanti ai tanti interrogativi che potrebbero distrarre e frenare nell’approccio con Dio, Paolo arrivò a dichiarare: “Sia Dio riconosciuto veritiero e ogni uomo bugiardo” (lettera ai Romani 3:4).
Tornando a Naaman, se avesse caparbiamente seguito il suo modo di pensare, sarebbe rimasto lebbroso fino alla morte ma, grazie anche ai suoi bravi consiglieri, ebbe il coraggio di mettere da parte ciò che pensava e mise in pratica la parola del Signore rivoltagli dal profeta Eliseo. E così scoprì che quel che pensava era miope e sbagliato.
Non pensi che questa vicenda sia stata riportata nella Bibbia anche per te e per me?
Nuccio Cavone
da Cristiani Oggi – settembre 2023