Io so in Chi ho creduto

Io posso ogni cosa in Colui che mi fortifica

Pace, mi chiamo Maverik e frequento la comunità di Mantova. Vorrei raccontare ciò che Dio ha fatto nella mia vita. Sono nato in una famiglia dove mia madre era convertita, mentre mio padre era schiavo del gioco d’azzardo e delle sostanze stupefacenti. Frequentavo la chiesa sporadicamente perché quando desideravo stare con papà lui, pur di restare da solo al bar a giocare a carte, mi regalava 5mila lire e mi mandava in chiesa. Per anni c’è stata forte tensione in casa perché mio padre dilapidava tutto il denaro, non riuscendo a garantire il sostentamento della famiglia. Un giorno mio zio della Germania si ammalò e, nel dicembre del 1999, mia madre decise di fargli visita per parlargli di Gesù. In quella vacanza accadde qualcosa di straordinario: il Signore salvò mio padre e lo liberò da tutti i suoi legami. La conversione di papà ha contribuito ad una svolta nella famiglia, al punto che la mia frequentazione agli incontri in comunità diventò più costante.

Iniziai a partecipare alla scuola domenicale e questo mi diede opportunità di conoscere meglio la persona di Gesù. Nell’età adolescenziale, fatta di ribellione e di desideri di indipendenza, pensavo di avere trovato la mia identità, il mio equilibrio nel gruppo di amici che avevo fin da bambino. Il legame fra noi era così intenso che li consideravo come dei veri fratelli. Ogni fine settimana era per noi una occasione per provocare delle risse nei bar, volevamo in questo modo farci rispettare e incutere timore ai giovani delle altre compagnie. Fra di noi non mancava mai la droga, anche se personalmente non ne facevo uso. Perché? Il motivo era la preghiera che mio padre rivolgeva al Signore che, se mai avessi provato l’uso di quelle sostanze, potessi stare male. E fu proprio così! Provai con quella robaccia e stetti malissimo. Quella esperienza fu così terribile da farmi stare alla larga dalla droga. La droga passava soltanto dalle mie mani per venderla ad altri. Questa è stata la mia vita per diversi anni, fatta anche di incontri allo stadio, scontri con la polizia, frequentazione di compagnie poco raccomandabili e, come mio padre, dipendenza dal gioco.

All’età di 25 anni, un mio carissimo amico, figlio di credenti, mi chiese di incontrarlo perché aveva qualcosa da dirmi! Ci incontrammo in un piazzale, senza saperlo eravamo davanti ai locali di una chiesa evangelica in ristrutturazione. A quel punto, Samuele mi disse: “Maverik, dobbiamo convertirci!”. Quelle parole crearono in me un forte dispiacere perché significava dover confessare a tutti la verità sulla mia doppia vita, compreso un amico della mia compagnia al quale, nascostamente, stavo procurando un grave danno. Gli risposi: “Non posso!” Ma lui mi disse: “Non preoccuparti, vedrai che il Signore sistemerà ogni cosa”. La mia risposta era stata dolorosa, ma un senso di impotenza mi rendeva incapace di prendere una decisione per il Signore. Ma, come dice la scrittura: A Dio ogni cosa è possibile”.

Dio vide l’opportunità nel mio cuore unita alla difficoltà di arrendermi e, da quel giorno, permise una serie di circostanze che fecero sì che la mia doppia vita fosse rivelata a tutti. Dio fece venire a galla tutta la verità sul mio conto e la cosa mi procurò un forte senso di disagio. Decisi così di isolarmi da tutti e di rifugiarmi nella mia stanza, senza mai uscire. Giorno dopo giorno incominciai ad avere stati degli depressivi di angoscia profonda, che spinsero il mio cuore a gridare al Signore con queste parole: “Signore, come posso uscire da questa situazione?” I miei genitori avevano organizzato una vacanza a Valencia con mio fratello. Ma mio padre, vedendo la mia situazione, avendo paura di lasciarmi a casa da solo, decise di darmi il suo biglietto, incoraggiandomi a fare un viaggio per “cambiare aria”. Mentre la mia famiglia visitava i vari luoghi, io trascorsi la vacanza in solitudine, pregando notte e giorno mentre percorrevo a piedi le vie della città, chiedendo al Signore una risposta. Rientrato a Mantova, mentre mi trovavo nella mia stanzetta, ricevetti sul cellulare un messaggio da una sorella che non mi conosceva e che non poteva certamente sapere quali fossero le mie preghiere. Riportava le parole di Paolo in Filippesi 4:13: Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica”. Quella Parola da parte del Signore fu la risposta alla mia supplica: compresi che con il Signore avrei potuto affrontare e superare ogni difficoltà. Decisi di recarmi al culto e lì il Signore mi parlò ancora in modo molto personale: sembrava quasi che il predicatore conoscesse la mia vita. Le ultime parole del messaggio furono: “Non ti preoccupare, Io ho già risolto tutto”. A fronte di questa promessa da parte del Signore, mi arresi come un bambino, accettai Cristo come mio personale Signore e Salvatore e la mia vita fu trasformata radicalmente. Tutti i miei legami furono sciolti e sentii di essere liberato da tutto ciò che mi rendeva prigioniero. Quel senso di rabbia, di nervosismo, che per anni avevano attanagliato la mia esistenza, furono sostituiti da una pace meravigliosa. Oggi dopo sette anni di conversione posso testimoniare che Dio ha risolto veramente ogni cosa, ha fatto anche quello che umanamente era impossibile. Per la grazia di Dio, oggi ho una famiglia, due bambini di cui uno è vivo per l’intervento di Dio. Concludo con un incoraggiamento rivolto a tutti i genitori: pregate per i vostri figli, perché Dio è fedele!

Maverik Ruffo

Cristiani Oggi – dicembre 2022