Sono Giuseppe, ho 85 anni e sono sempre stato attirato da Gesù fin da piccolo. Mio papà che è nato sull’Altopiano di Asiago a Enego, a vent’anni è andato a lavorare in Svizzera e poi in Francia, e lì ha conosciuto dei cristiani. Alcuni di loro erano cattolici, altri evangelici, lui era uno dei pochissimi ad avere una Bibbia. Aveva acquisito una certa conoscenza della Parola di Dio, e quando lavoravamo insieme la terra mi inculcava il timore del Signore. Mio padre che ha vissuto attraversando ben due guerre, in quei tempi in cui la vita era molto difficile mi disse: “Giuseppe, quando ti trovi nelle difficoltà nella vita, non devi mai perdere la fede, anzi devi confidare nel Signore, in Gesù che ti aiuta!”. Così sono stato cresciuto fin dalla mia infanzia nel timore di Dio. Quando poi sono andato in Francia per cercare lavoro andavo in chiesa, alla domenica tre volte di seguito alla messa, sì, tre volte, ma sempre sentivo crescere dentro di me la certezza che la vita cristiana era qualcosa di più, «Perché la vita cristiana è ancora più bella!» Gesù mi stava preparando, perché davvero la vita cristiana è ancora più bella!
A quei tempi mio papà, parlandomi di Gesù, ha gettato un seme prezioso nel mio cuore e, nel tempo stabilito da Dio, in me è nata una pianticella che ora porta frutto. Questo corrisponde a Proverbi 22 versetto 6, che dice: «Inculca al fanciullo la condotta che deve tenere, anche quando sarà vecchio non se ne dipartirà». Ma è anche scritto: «Getta il tuo pane sulle acque perché dopo molto tempo lo ritroverai», e le cose di Dio sono molto profonde.
Era quasi un anno che avevo sempre quel pensiero in me, che la vita cristiana è ancora più bella, quando un giorno ho trovato nella mia cassetta postale un piccolo opuscolo che invitava a partecipa-re ad una riunione in una chiesa evangelica in centro a Lione, con la scritta: “Venite, qui c’è guarigione, c’è conversione e sarete benedetti da Dio”. Così sono andato. Il luogo di incontro era al secondo piano. Salendo la scala di accesso si potevano sentire dei bellissimi cantici, sembrava proprio di salire verso il Paradiso, non avevo mai sentito prima cantici così gioiosi! Entrato, sono stato accolto da fratelli con l’amore del Signore, il pastore stava predicando sulla Pentecoste. Avevo già sentito parlare di questo nella chiesa cattolica che avevo frequentato, ma non certo in quel modo straordinario!
Tornato a casa e pregai in questo modo: “Signore Gesù, io Ti ho sempre amato fino da piccolo. Ho sempre sentito parlare male di questi evangelici, ho sentito dire che sono dei protestanti, ma ho notato che questi che ho visitato oggi Ti conoscono di più, che Ti amano di più. Fammi capire la Tua volontà per me, Gesù, perché non voglio restare confuso”. Subito ho sentito in me una parola profonda, che non saprei come spiegare: “Io sono il Pastore supremo di tutte le Chiese, ma dove si apprende di più la mia Parola, dove puoi conoscermi di più, dove puoi amarmi di più, dove puoi servirmi, là devi andare!”. Ero certo che il posto era proprio quello che avevo cominciato a frequentare. È stata una esperienza profonda, intima e personale, ma reale!
In quella comunità c’erano spagnoli, francesi, italiani, una grande famiglia che amava Dio: una cosa davvero stupenda! Ho acquistato una Bibbia in francese e, leggendola, sono stato istruito nelle vie del Signore. La mattina, quando sono andato a lavorare, ho cominciato a vedere tutte le cose sotto un altro aspetto, non come prima!
Così dopo qualche anno, quando sono tornato in Italia, ho cominciato a parlare dell’amore di Gesù alle persone che conoscevo, a due fratelli, Ido e Fermo, che sono venuti al Signore, alla mia nipote Federica che ha poi sposato uno degli attuali consiglieri della comunità di Padova. Il seme è stato gettato e Federica ha testimoniato a sua cugina Francesca, figlia di un’altra mia sorella, ed anche lei è venuta al Signore e ha sposato un giovane, pure lui consigliere ora in comunità.
Poi all’estero ho portato al Signore la sorella di una impiegata dell’ambasciata in Burkina Faso, e una giovane donna che ora frequenta la comunità evangelica a Belgrado.
Adesso non sono in pensione con il Signore, sto ancora evangelizzando. Devo accompagnare a qualche incontro in comunità anche una famiglia di panettieri.
Tempo fa, quando sono venuti in visita in comunità due giovani missionari di origini svizzere, è nato nel mio cuore un amore particolare per la nazione del Burkina Faso. Così in questo bellissimo Paese sono andato cinque volte in questi anni per conoscere la realtà del Vangelo in quei luoghi e portare alcuni aiuti. Lì ho visto con i miei occhi guarigioni e ho saputo di risurrezioni… Una volta avevo un forte dolore che durava da tempo, prima di partire sono andato da uno specialista dell’ospedale vicino a casa per un consulto a pagamento. Il responso non era dei migliori, un grave problema gastroenterico oltre ad altre difficoltà allo stomaco che mi facevano stare così male. Quel medico mi ha ordinato una cura di pastiglie, ma niente da fare, dopo un mese il male si è ripresentato. Lo specialista, nuovamente consultato, mi ha posto davanti la necessità di intervenire chirurgicamente. In questo caso, io dissi: “Devo parlarne prima a casa con i miei famigliari e poi vedremo come fare”. In realtà ho pregato il Signore, e Gesù mi ha messo in cuore di fare il primo viaggio in Burkina Faso, mettendo in me il pensiero che là Lui avrebbe potuto provvedere per me guarigione.
Ho preso in mano il telefono e ho chiamato il presidente dell’Alleanza Missionaria Internazionale (AMI) che conoscevo, Jean Zida. Sarebbe andato in Burkina Faso dalla Svizzera dove risiedeva e da lì a poco mi mandò il biglietto per l’aereo. Così siamo andati insieme. Precedentemente quella cara che avevo conosciuto all’ambasciata del Burkina, Mariam, mi aveva dato un regalino da portare a sua sorella che aveva avuto una bambina. Informata del mio arrivo venne fino alla missione dove ero ospitato in Burkina per prendere il regalino, e così ci siamo conosciuti. Dio mi diede grazia di parlarle dell’amore del Signore, e di invitarla in chiesa per sperimentare la gloria di Dio.
Al culto della sera eravamo in quella sala con 800-900 credenti, una cosa davvero straordinaria. Il giorno successivo sono andato per telefonare vicino alla strada principale, e così ho visto che nel pomeriggio c’erano ancora fratelli che pregavano dal mattino. Un uomo dietro di me ha alzato la voce forte in una preghiera in burkinabé cui non feci caso perché ancora non lo capivo. Al termine del tempo di preghiera il pastore è venuto sorridente verso di me. Mi ha abbracciato e mi ha detto: “Quando tu sei entrato c’è stato un messaggio che riguardava proprio te… il Signore ha detto che ha esaudito le tue preghiere”. Ho abbracciato questo pastore che non avevo mai visto prima e non ho mai più incontrato, ma quella donna che avevo invitato in chiesa si è convertita e circa dieci anni fa si è battezzata. Lei si è convertita, il Signore ha operato nella sua vita, ma anche nella mia, contemporaneamente: il male che avevo, per cui dovevo essere operato al mio ritorno in Italia, in quel momento era scomparso… Il Signore mi ha guarito, mi ha ricompensato molto di più per quel bene fatto laggiù, per il sostegno agli orfanotrofi, ai pastori poveri; ricordo anche che ho portato anche una bella somma da parte di mio fratello che è un industriale.
Avendo conosciuto il Signore in Francia avrei voluto essere battezzato lì, ma dovendo tornare in Italia ho pensato che anche nel mio Paese ci sarebbero state le stesse chiese. Ricordo che dopo un paio di anni siamo stati battezzati a Verona, dal fratello pastore Carlo Supertino, ora con il Signore, con altri “giovanotti” della Chiesa di Padova, come Carlo Saretta, il primo che ho portato al Signore, che ha poi parlato di Gesù a due sorelle Dina e Ada e Dio ha proseguito l’opera Sua. Ricordo che ci ha accompagnati anche il fratello Sergio Scoizzato, era il 26 luglio del 1971.
Poi ho sostenuto e ho collaborato con il fratello pastore Enzo Specchi nell’Opera del Signore non solo a Padova, ma anche in tutto il Triveneto e dopo qualche anno, forse due o tre, sono entrato a far parte del consiglio di Chiesa della comunità di Padova.
Ora so che bisogna lasciare tutto quello che è mondano, la cosa più importante è seguire e servire il Signore Gesù. Nel mondo molti lo fanno, anche in Africa, in Congo. Ho saputo che in un villaggio musulmano si è convertito un giovane che, una volta diventato pastore, è ritornato al suo villaggio, e ha tenuto una grande evangelizzazione dove molti dei presenti hanno accettato Gesù come personale Salvatore e ci sono state anche guarigioni! Che gioia! C’è anche un pastore del Congo, Rodin Yalula, che fa scuola ai nuovi pastori, a tanti studenti poveri che attraversano il deserto nel Cameroun, e vanno a studiare in Burkina Faso, perché qui li fanno studiare gratuitamente, danno loro da mangiare e da dormire.
Ci sarebbe molto da raccontare, ma c’è ancora molto da fare nel campo del Signore! Io sono ancora consigliere onorario a Padova e partecipo ai consigli di Chiesa: quello che posso fare per il Signore lo faccio con tutte le mie forze, e chiunque segue il Signore dovrebbe fare così.
Giuseppe Baido
Cristiani Oggi ottobre 2020