Dio è fedele anche nei momenti in cui la paura sembra prendere il sopravvento: Lui ha il controllo su tutto e può operare anche quando non c’è più nulla da fare! Mi chiamo Priscila e ho 30 anni. Sono nata in Brasile in una famiglia cristiana davvero molto unita, con un fratello e una sorella. Sono sempre andata in chiesa: pregavo, mi piacevano i racconti di Gesù che leggevo nella Bibbia, ma in realtà non avevo un vero rapporto con Dio. In chiesa ascoltavo le testimonianze dei miracoli che Dio fa nella vita delle persone, ma non avrei mai pensato che un giorno anche io avrei avuto bisogno di un miracolo. Diciamo che ero certa che bastasse essere una brava persona per avere un futuro assicurato in cui tutto sarebbe stato a posto. Ma non fu così. Quando nel 2009 a Rio de Janeiro ho perso mio fratello di sedici anni, vittima accidentale in una sparatoria, era come se il mondo mi fosse crollato addosso. Avevo 18 anni e, nella mia disperazione, mi avvicinai al Signore con il cuore a pezzi e Dio mi ha consolata da tutto quel dolore, rendendomi consapevole del fatto che chi crede in Gesù, alla sua morte, passa dalla vita qui sulla terra alla vita eterna con Lui.
Nel 2017 mi sono sposata in Italia e con grande gioia io e mio marito abbiamo amato e servito insieme il Signore. Quando nel 2018 mi sono sottoposta a delle cure ormonali per alcuni disturbi che mi avevano reso sterile, abbiamo scoperto che ero incinta già da 4 mesi: non potete immaginare che gioia!
Ma che ecco che subito sono iniziate grandi preoccupazioni perché era stata diagnosticata la mancanza di un rene al bimbo che portavo in grembo, ed inoltre quello che aveva era talmente piccolo e malformato che si vedeva a malapena. Data la situazione i medici mi hanno consigliato di interrompere la gravidanza in quanto il figlio che fosse nato non sarebbe stato compatibile con la vita, ci sarebbero stati ulteriori problemi e malformazioni e, dopo ulteriori analisi, io avrei comunque dovuto rassegnarmi all’idea. Io confidavo che sarebbe andato tutto a posto. Purtroppo i risultati confermarono che c’erano molte possibilità che nascesse morto o comunque che avrebbe vissuto poco, ma che, anche se il bambino fosse sopravvisuto, avrebbe dovuto sottoporsi costantemente a dialisi.
Per me abortire mio figlio non era un’opzione nemmeno immaginabile: io lo sentivo muovere nel mio ventre, era vivo, era mio figlio ed ero disposta a tutto pur di farlo nascere. Confidavo che Dio avrebbe provveduto! In quei giorni mi accadeva spesso di incontrare famiglie con bimbi diversamente abili, ma con genitori comunque felici. Quello che vedevo mi rafforzava il cuore: anche io desideravo avere la forza, volevo provare l’amore e la gioia che c’era in loro. Dicevo ai dottori che, indipendentemente da come sarebbe stato il mio bimbo, mi sarei egualmente presa cura di lui. Come ogni mamma desideravo certamente il meglio per mio figlio, ma non potevo fare altro che pregare… Per tutta la gravidanza ho continuato a chiedere a Dio le forze per prendermi cura del bimbo che mi avrebbe dato, anche nel caso di necessità particolari. Chiedevo a Dio di prepararmi e di consolarmi nel caso il bimbo fosse nato per anche solo qualche giorno… e così con questi sentimenti sono arrivata a portare a termine la gravidanza. Pregavo, ma più pregavo, più mi sembrava che Dio restasse silenzioso: sicuramente ero così angosciata da non avvertire la Sua voce, anche se nel mio cuore ero certa che Lui fosse con me. Fin da bambina sono cresciuta sentendomi dire che Dio è fedele e che un amico fedele non ti abbandona: quella era la certezza che avevo, e quella mi bastava! All’ultimo controllo in ospedale riscontrarono che il bimbo aveva il battito molto irregolare, così mi hanno ricoverata per indurre il parto, avvertendomi di non nutrire aspettative, preparandomi ad essere forte dato che la situazione era davvero critica e non c’era nulla che si potesse fare per il piccolo: una volta nato si sarebbe cercato di capire come comportarsi.
Ho avuto così paura! Ho perso tutte le forze, ma con tutto il cuore mi sono aggrappata a Gesù con la mia piccola, fragile fede scossa dalla paura. Pur volendo pregare l’ansia era così forte che non riuscivo a mettere in ordine i pensieri, e ancor meno le parole. Allora ho letto nel Salmo 139: «Signore, tu mi hai esaminato e mi conosci… tu comprendi da lontano il mio pensiero… la parola non è ancora sulla mia lingua, che tu, Signore, già la conosci… Sei tu che hai formato le mie reni, che mi hai intessuto nel seno di mia madre. Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo stupendo. Meravigliose sono le tue opere, e l’anima mia lo sa molto bene. Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano tutti scritti i giorni che mi erano destinati, quando nessuno d’essi era sorto ancora…» questi versi della Bibbia parlavano al mio cuore proprio di reni e di gestazione! Avevo già letto quel passo tante altre volte, ma in quel preciso momento era quello di cui io avevo bisogno, le parole esatte per me: così realizzai che Dio era lì con me in quel momento, che era stato Lui a formare il bimbo che avevo in grembo. Avvertivo la presenza di Dio ed anche le contrazioni!
Dopo mezz’ora di travaglio ecco la nascita! Mio figlio è un bellissimo bimbo che ha fatto subito due cose: si è attaccato al seno per mangiare e ha fatto la pipì, davvero un miracolo! L’abbiamo chiamato Matteo perché significa “dono di Dio”.
I dottori mi hanno consigliato di stare molto in vigile per via della sua condizione e, di giorno in giorno, di mese in mese le ecografie di controllo non potevano spiegare ai medici come mai questo bimbo stesse così bene e fosse molto vivace. Io e mio marito pregavamo sempre fino a quando, compiuti i 18 mesi Matteo è stato sottoposto ad una scintigrafia con contrasto. Leggendo il responso i dottori sono rimasti sorpresi, si chiedevano: “Ma è davvero lo stesso bimbo? È così diverso da qualche mese fa, diverso dentro”. Ci hanno poi detto: “Vostro figlio ha tutti e due i reni dal lato sinistro, indipendenti e di dimensioni normali, non sappiamo spiegare come mai con tutte le analisi fatte non ci siamo accorti della cosa, non ci è mai capitato nulla di simile… Sembra che ci troviamo di fronte a due bimbi diversi: che cosa avete fatto?”. Abbiamo potuto parlare della nostra fede in Gesù e dire in sincerità che avevamo solo pregato.
Dio è davvero fedele, anche nei momenti in cui la fede sembra venir meno e quando la paura sembra prendere il sopravvento: Lui ha il controllo su tutto, è Colui che può fare tutto anche quando non c’è più nulla da fare! Il miracolo per noi è stato grande, ma la cosa più bella è stato realizzare che Dio è potente, che ci sta vicino se Lo cerchiamo con tutto il cuore, non perché lo meritiamo, ma perché Lui ci ama.
Priscila
da Cristiani Oggi – gennaio 2023