
Campo di missione
Mi chiamo Samuele Ruben D’Angelo e sono nato in una famiglia numerosa la cui casa era piena di adolescenti, bimbi e anziani. In questo piacevolissimo fragore, all’età di circa due anni mi ammalai gravemente. Mia madre, particolarmente legata a me in quanto mi considerava un dono di Dio che l’aveva aiutata a venir fuori da un momento difficile che si era presentato nella sua vita, iniziò a consultare diversi medici, anche rinomati, ma tutti rispondevano che non vi era una cura per la mia malattia. Nonostante il verdetto dei dottori, mia madre cercò l’aiuto nell’Iddio Onnipotente e fece una preghiera chiedendoGli di stendere la Sua mano Potente e di operare un miracolo guarendo il mio corpo malato. Nel suo cuore promise a Dio che, una volta cresciuto, sarei stato un Suo servitore per sempre. Dio, nella Sua infinita bontà mi guarì; mia madre fu grata a Lui e da quel momento in poi ha sempre pregato affinché diventassi uno strumento nelle mani del Signore, come a Lui sarebbe piaciuto di fare.
Quando avevo circa sette anni, feci un sogno nel quale vidi molte cose scritte nella Bibbia che a quell’età non potevo conoscere, ma che compresi più tardi, quando diedi il cuore a Gesù e cominciai a leggere la Parola di Dio. Nel sogno, ricordo che Dio Padre mi mostrò il globo e mi toccò le labbra dicendomi di aver messo le Sue Parole nella mia bocca e che tramite la mia predicazione diversi avrebbero ricevuto il Vangelo nel proprio cuore e ricevuto molti miracoli. La mattina dopo mi svegliai sudato e tremante a motivo di quell’esperienza così forte che avevo avuta. Fin da piccolo sviluppai un amore per le culture e le nazioni straniere; ho imparato la lingua l’inglese da solo, così da poter comunicare con ogni straniero che incontravo. Sempre in quel periodo, una mia insegnante mi chiese che lavoro avrei voluto fare da grande. Ricordo che risposi senza nessuna esitazione di voler essere un missionario!
Crescendo però, mi distaccai dai principi cristiani che mi erano stati inculcati dalla mia famiglia e mi allontanai dal Signore. Feci le mie esperienze e mi diressi verso un abisso che mi portò lontano dall’amore di Dio. Ma Egli, nella Sua infinita bontà, mi cercò come un pastore cerca la pecorella che ha smarrito; a quel punto compresi per davvero cosa significasse l’opera di Salvezza che Gesù compì sulla croce, morendo anche per i miei peccati. All’età di quattordici anni, dopo essere stato riempito di Spirito Santo, avevo un forte desiderio di parlare di Dio e del Suo Figlio Gesù a tutti quelli che incontravo. Cominciai ad avvertire un senso di responsabilità per le anime e un’urgenza per tutte le persone non convertite; sentivo il bisogno di portare loro la Luce di Cristo che mi aveva dato pace, gioia e salvezza eterna. Nel 2008, nella chiesa che frequentavo, si tenne un raduno provinciale nel quale fui particolarmente colpito quando venne predicato sulla vita di Mosè, il quale fu chiamato a salvare il popolo di Israele in una nazione straniera. Il pastore che predicava cominciò a profetizzare dicendo: “Dio ti sta chiamando ad andare per le nazioni a predicare; ti manderà in luoghi desertici dove la gente coltiva la terra con la zappa, dove c’è povertà, ma tu predicherai loro l’evangelo”.Durante la preghiera fece un appello al quale io risposi chiedendo che si pregasse per me, perché sentivo forte nel mio cuore la Parola che era stata appena predicata. In quel momento sentii una forte unzione scendere su di me e sentii ancora il mio cuore rinnovato dalla presenza di Dio.
Al termine della preghiera il pastore disse delle parole che mi colpirono “Signore usati di questo ragazzo!”. Rimasi colpito anche dal fatto che, al termine del culto, alcuni dei presenti vennero da me dicendomi che durante la preghiera avevano sentito un forte peso di pregare per me; infine uno dei pastori in sala mi disse che avrei dovuto imparare tante lingue, perché Dio mi avrebbe mandato lontano fra i popoli a predicare il Vangelo della Grazia di Dio. Tanti accadimenti che sembrano conferme; ma come poteva un ragazzo di quattordici anni essere chiamato a portare l’Evangelo alle nazioni? Durante il periodo che seguì, feci dei sogni nei quali andavo a predicare a folle africane. In particolare, in uno di questi sogni, vidi me stesso mentre reggevo una grande croce, e, dietro di me, una grande folla di africani; insieme andavamo verso il Cielo. Tutto queste cose non bastavano a colmare l’inquietudine e i dubbi dentro di me. Come poteva Dio usarsi proprio di me, un ragazzo così giovane? Dopo tre mesi partecipai ad un incontro nel quale venne predicato dal libro di Geremia “Non dire sono un ragazzo, perché Dio ti manderà lontano per la sua gloria e Lui ti darà un messaggio straordinario”. Un senso di forte consapevolezza della chiamata e grazia seguì quei momenti, sapevo di non dover mai più guardare alla mia giovane età o ai miei limiti, ma di dover tenere gli occhi su Gesù e su di Lui soltanto!
Seguirono anni nei quali mi impegnai a compiere ogni servizio che ero chiamato a svolgere nella mia chiesa; nell’evangelizzazione e negli incontri di preghiera con i miei coetanei. Sino a quando, desideroso di studiare la Parola di Dio, decisi di frequentare la Scuola Biblica per ricevere la giusta istruzione e formazione spirituale necessaria anche per servire il Signore! In quegli anni ebbi modo di evangelizzare tantissimi africani, fra quali alcuni vennero a Cristo dando il proprio cuore al Signore.
Al termine degli studi presso la scuola biblica, tornai a casa e cominciai a dedicarmi all’evangelizzazione in un paese limitrofo dove non c’era chiesa. In quel luogo Dio manifestò grandemente la Sua potenza con segni, miracoli e prodigi. Arrivò il tempo in cui Dio mi parlò dicendo che era “troppo poco” per Lui essere luce solo per il suo popolo, sentivo forte nel cuore che Dio mi avrebbe voluto in un’altra nazione. Cosi capii che il tempo era venuto ma non avevo il coraggio di parlarne al mio pastore di questo mio desiderio.
Come avrei potuto dirgli che dovevo lasciare tutto, la famiglia, il lavoro e la comunità per andare sino alle estremità della terra? Cosi una domenica, durante il culto chiesi un segno a Dio e pregando gli dissi “Signore, se tu vuoi che io parli col mio pastore, fa che durante questo culto si legga il salmo 2” nel quale è scritto “chiedimi, io ti darò in eredità le nazioni e in possesso le estremità della terra”.
Gloria a Dio perché ciò avvenne, ed oggi eccomi qui, dopo aver fatto domanda di candidatura al Dipartimento Estero ADI, mi trovo in terra africana, in particolare modo nello stato del Niger, a predicare l’amore di Dio e il Sacrificio di Cristo sulla croce, che salva, guarisce e dona vita eterna.
Samuele Ruben D’Angelo