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22 Settembre 2017

Ruolo e importanza dei giovani nella chiesa

RuoloeImportanzaPROPOSTE E FINALITA’ DI UN PROGRAMMA DI ATTIVITA’

    “LA BELLEZZA DEI GIOVANI STA NELLA LORO FORZA, E
    L’ONORE DEI VECCHI NELLA LORO CANIZIE”
    (Proverbi 20:29)

    La forza dei giovani affiancata all’esperienza dei più anziani può portare grande beneficio all’interno di un’assemblea.
    Sovente ho sentito dire che “i giovani sono la chiesa del domani”; col tempo però, riflettendoci, ho scoperto che tale affermazione non è molto biblica.
    A partire dall’Antico fino al Nuovo Testamento troviamo numerosi esempi che ci mostrano l’importanza che Dio attribuisce ai giovani all’interno dell’assemblea in cui li pone.
    Nel Pentateuco vengono narrate storie di giovani timorati del Signore, coraggiosi e pieni di sogni che, sebbene abbiano attraversato momenti difficili, sono stati d’incoraggiamento per chi stava loro intorno; abbiamo per esempio Giuseppe, i giovani leviti utili per il servizio al tempio, altri per il servizio militare, poi Giosuè e Caleb (Numeri 14: 6-9), ricordàti per la loro fede audace.
    Nei libri storici ritroviamo ancora Giosuè (Giosuè 1:9), Gedeone (Giudici 6:15), Rut (Rut 4:12), Samuele (I Samuele 2:18), Gionatan (I Samuele 14:1), Davide (I Samuele 16:11), Salomone (I Cronache 29:1), Iotam (II Samuele 27:1-2), Ezechia (II Samuele 29:1-2), Giosia (II Samuele 34:1,3), troviamo poi i giovani di Neemia che lavoravano e vigilavano (Neemia 4:16,23), Ester che da giovane divenne regina e rischiò la sua vita per il bene del popolo (Ester 2:4,12).
    Nei libri poetici troviamo Eliù (Giobbe 32:6) che pur essendo il più giovane, illuminò con la saggezza conferitagli da Dio un uomo di grande esperienza come Giobbe; nei Salmi, nei proverbi, in Ecclesiaste riscontriamo l’importanza per i giovani di stare attaccati alla Parola di Dio, da cui si trae saggezza e conoscenza.
    Nei libri profetici troviamo grandi uomini di Dio che sin dalla loro giovane età hanno deciso di servire il Signore e di fare la differenza in mezzo al loro popolo: Geremia, Daniele e i suoi amici, Ezechiele.
    Nei Vangeli, ritroviamo Gesù stesso, l’esempio per eccellenza, che a soli dodici anni nel tempio ascoltava i maestri, faceva loro delle domande (pur essendo Lui stesso il Figlio di Dio) e lasciava gli altri stupiti per il suo senno e le sue risposte (Luca 2:42-52), si occupava delle cose del Padre suo ma restava comunque sottomesso ai suoi genitori nella carne (v.51).
    In Atti troviamo poi il giovane nipote di Paolo che non esita a mettere in pericolo la sua vita, riferendo al tribuno la congiura di cui aveva sentito parlare, per salvare la vita di suo zio; si trattava di un giovane pieno di coraggio, che si dimostrò utile per un servo del Signore (Atti:23:16-18).
    Le Epistole sono ricche di esortazioni rivolte ai giovani (I Pietro 5:5; I Giovanni 2:13-14), invitati a non amare le cose del mondo ma ad essere d’esempio, nel comportamento e nel parlare, a rimanere ancorati alla Parola; l’apostolo Paolo incoraggia Timoteo a non trascurare il dono che è in Lui, a badare a se stesso e all’insegnamento, per il suo bene e di quanti lo avrebbero ascoltato (I Timoteo 4:1-16).

    GIOVANI CHE COLLABORANO
    Possiamo quindi vedere come la Bibbia ci presenta dei giovani che, al pari dei più adulti e degli anziani, collaboravano e, in alcuni casi, fungevano proprio da motore trainante, nel contesto in cui il Signore li aveva posti. Questo è quello che il Signore richiede ancora oggi: giovani forti in seno alla propria generazione.
    Giovani forti che siano parte integrante della comunità, che rappresentino non il grandioso futuro della Chiesa ma il suo fruttuoso presente. Come fece l’aiutante di Mosè, il giovane Giosuè, il nostro ruolo è prima di tutto quello di non allontanarci mai dalla tenda di convegno (Esodo 33:11) e mantenere pure le nostre vie, badando ad esse mediante la Parola di Dio (Salmo 119:9).
    Possiamo trovarci in vari contesti, la nostra Chiesa può attraversare periodi di deserto (Esodo), periodi di attacchi e combattimenti interni ed esterni (Giosuè, Neemia), periodi di risveglio come la Chiesa degli Atti, ma il ruolo dei giovani, come quello di ogni credente è di rimanere radicati nella Parola di Dio, affinchè da
    “convertiti fortifichiamo i nostri fratelli” (Luca 22:31).
    È la Parola di Dio che cambia, trasforma, rigenera e fornisce le giuste fondamenta per vivere una sana vita spirituale “Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia. La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno investito quella casa; ma essa non è caduta, perché era fondata sulla roccia” (Matteo 7:24,25).
    Inoltre per essere delle forti colonne nella Chiesa, oltre che dei solidi solai (Salmo 144:12), è di fondamentale importanza per i giovani ricercare il battesimo nello Spirito Santo.
    Gesù stesso ordinò ai suoi seguaci di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’attuazione della promessa del Padre, proprio perché avrebbero ricevuto potenza, quando lo Spirito Santo sarebbe sceso su di loro, per essere suoi testimoni “in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra” (Atti 1:4-8).
    Le parole di Gesù sono valide tutt’ora, si può essere giovani, forti e intelligenti, ma per l’opera di Dio ci vuole la forza, la saggezza e l’intelligenza di Dio. Tanti sono i ragazzi e le ragazze che hanno scelto di seguire Cristo, i quali si trovano a frequentare scuole, università, aziende, negozi, luoghi visitati da persone che magari non hanno mai sentito il messaggio del Vangelo.
    In questo vi è una straordinaria opportunità di poter conquistare altre anime a Dio, ma è solo la potenza dello Spirito Santo che attrae.

    PROGRAMMI
    Si possono predisporre molti programmi, proporre numerose attività per i giovani con valide finalità ma alla luce di quanto detto fino ad ora in ogni progetto giovanile che possa funzionare prima di ogni altra cosa vi deve essere:
    – un tempo di preghiera e di meditazione della Bibbia, la quale è prioritaria e al centro di ogni iniziativa (Salmo 119:9).
    È questo che prepara le menti ed i cuori e li indirizza sulla giusta strada, una strada che potrà avere tornanti, salite ripide ma che porta alla meta. “La lampada di Dio non era ancora spenta e Samuele era coricato nel tempio del Signore dove si trovava l’arca di Dio” (I Samule 3:3).
    Samuele era ancora un bambino quando indossava un efod di lino, svolgeva il suo servizio davanti al Signore e non si allontanava dal tempio (I Samuele 2:18). Inizialmente apriva e chiudeva semplicemente le porte, e malgrado l’ostile ambiente in cui cresceva, i cattivi esempi che poteva avere intorno a lui, egli dimostrò costanza, impegno e dedizione per l’opera del Signore e la lampada di Dio non si spense. Samuele attraversò vent’anni di ministero in cui vedeva solo sconfitte e lo sviamento di Israele, ma alla fine avendo perseverato nella preghiera nella comunione, nel suo servizio arrivò al cuore del popolo, vide il suo ravvedimento, un grande risveglio e la vittoria sui Filistei (I Samuele 7:5-14). Dio onorò la sua costanza.
    – cura dei Giovani
    “Gesù prese prima a fare poi ad insegnare”,
    parafrasando il testo di Atti 1:1. Così come fece Cristo, è importante che prima che si insegni qualcosa a qualcuno questa bisogna venga applicata alla propria vita. Mostrare l’amore di Dio, il rispetto, l’interesse verso i propri giovani porta gli stessi a vedere i benefici pratici di una vita consacrata. Succede allora che essi interiorizzano e sono spinti ad imitare una fede reale che si trasforma in comportamenti pratici, una fede che attira. Sebbene Samuele sia cresciuto con Eli, alle sue spalle aveva una grande donna di preghiera: Anna, sua madre.
    Lei rappresenta l’importanza di consacrare i propri giovani a Dio, ma soprattutto di seguirli nel percorso, lei è un esempio illuminante sull’atteggiamento da mantenere quando ci si relaziona con i ragazzi. Può sembrare che avesse lasciato suo figlio in balia di uomini sconsiderati, ma “gli faceva ogni anno una piccola tunica e gliela portava quando saliva con suo marito a offrire il sacrificio annuale” (I Samuele 2:19).
    Samuele non era pressato, era seguito a distanza, ed era curato, ogni anno egli poteva avere la prova delle cure della sua famiglia e di sua madre, che si impegnava a tessere lei stessa una tunica per il figlio; il ragazzo poteva così realizzare nella praticità l’amore infinito di una madre che era presente seppur lontana.
    Probabilmente Samuele imparò la fedeltà, la sottomissione, l’umiltà, la costanza proprio da sua madre. In fondo anche nel Nuovo Testamento abbiamo la figura di un grande evangelista come Filippo che riuscì ad essere anche un esempio nella sua casa, portò le sue figlie al Signore, e tutte e quattro profetizzavano. Anche Paolo diede fiducia a Timoteo, lo curò, lo incoraggiò, lo esortò e, nonostante la giovane età, alla fine potè dire di non aver “nessuno di animo pari al suo che abbia sinceramente a cuore” ciò concerneva una Chiesa (Filippesi 2:20).
    – Dopo aver posto le basi ed aver raggiunto determinati obbiettivi spirituali si deve portare la gioventù ad uscire dalla “chiesa monumento” per essere la Chiesa di Dio in movimento alla gloria di Dio Padre! “Avverrà negli ultimi giorni, dice Dio, che io spanderò il mio Spirito sopra ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri giovani avranno delle visioni, e i vostri vecchi sogneranno dei sogni” (Atti 2:17). I giovani possono fare tanto, ma dei giovani ripieni di Spirito Santo, con una visione spirituale sono in grado di stravolgere il contesto sociale in cui essi si trovano, perché questa è una promessa!
    – Le evangelizzazioni per le strade, per i vicoli e per le piazze ci mettono in condizioni di dare quello che da Dio abbiamo ricevuto, ma soprattutto può essere veramente utile per rendersi conto della disperazione, della sofferenza, dell’insoddisfazione che regna nei cuori di quanti non conoscono il Signore e che vivono nel peccato! I credenti possono essere scoraggiati ma non disperati, “come afflitti eppure sempre allegri, come poveri eppure arricchendo molti, come non avendo nulla, eppure possedendo ogni cosa” (2 Corinzi 6:10).
    – Anche le visite per incoraggiare, esortare e sostenere gli anziani, gli ammalati, coloro che si sono allontanati, sono tutte attività finalizzate ad aiutare il prossimo ma che spingono oltremodo a riflettere sulla vita e sul grande dono e privilegio che Cristo ci ha fatto, dandoci la possibilità di divenire suoi figli. Vedere il bisogno che ci circonda è di sprone a ricercare sempre di più la faccia del Signore per essere benedetti ma soprattutto per essere canali di benedizione.
    – Quando si pensa a giovani viene da proporre ancora attività ludiche, sano divertimento che li porti a non ricercare svago in un ambiente malsano quale può essere il mondo di oggi. Anche questo può servire, perché i giovani hanno bisogno di attività che li portino a vivere la comunione fraterna ed a vivere la loro giovane età, sempre in maniera adeguata a dei buoni cristiani affinchè si possa vedere in ogni cosa la differenza che vi è tra chi segue Gesù e chi non vi crede!
    La giovinezza fa pensare alla freschezza, alla forza, all’entusiasmo, ma porta con sé l’inesperienza e un po’ d’immaturità. I giovani possono avere le forze, ma devono essere formati, imparare i modi, imparare la pazienza, l’attesa, l’audacia nel rialzarsi ogni qual volta si sbaglia, perché tanti sono gli errori che si commettono quando si è giovani, ma come è scritto in Geremia, “è buono per l’uomo portare il giogo della sua giovinezza” (Lamentazione 3:27).
    Servire il Signore richiede sottomissione, impegno, fedeltà, costanza, tutte caratteristiche non pienamente sviluppate nei giovani, ragazzi che si affacciano alla vita; si parte con entusiasmo, con forza e gioia incommensurabile, poi man mano che si va avanti nel cammino cristiano il Signore ascolta tutte quelle preghiere che ogni giovane consacrato gli rivolge, riguardo il desiderio di essere spezzati, formati, modellati, per essere dei vasi usati alla sua lode e gloria.
    Così ci si scontra con se stessi i propri limiti, le proprie paure e inquietudini e con la vita stessa, è allora che le forze vengono a mancare.

    PASSARE DA ENTUSIASMO A FORZA MATURA
    Passare da entusiasmo a forza matura
    richiede sofferenza, ma sia ringraziato il Signore che ci conosce pienamente e simpatizza con noi nelle nostre debolezze per questo promette che “quelli che sperano nel Signore acquistano nuove forze, si alzano in volo come aquile, corrono e non si stancano, camminano e non si affaticano” (Isaia 40:31).
    Sia ringraziato il Signore che nella sua immensa grazia rende in grado miseri strumenti, di poter divenire strumenti di benedizione.
    “Ma noi abbiamo questo tesoro in vasi di terra, affinchè questa potenza sia attribuita a Dio e non a noi” (II Corinzi 4:7)

    Anna Bruno
    studente all’Istituto Biblico Italiano

/ Fede e Conoscenza, Ruolo dei giovani nella chiesa, Studi Biblici

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