Presentazione
Riteniamo più che mai attuale il Grande Mandato (Matteo 28:18-20; Marco 16:15,16) lasciatoci dal Signore Gesù Cristo, e riconosciamo a tal proposito come l’esperienza del battesimo nello Spirito Santo non sia soltanto un grande privilegio ma ponga dinanzi alla responsabilità di predicare il Vangelo “fino all’estremità della terra” (Atti 1:8).
Pertanto, il Consiglio Generale delle Chiese ADI ha istituito il Dipartimento Estero, coordinato da un Comitato composto da pastori, iscritti al Ruolo Generale dei Ministeri delle Assemblee di Dio in Italia
Compiti del Dipartimento Missioni Estere
- Formulare delle proposte relative al lavoro missionario.
- Attuare i progetti missionari delle ADI che si intendono portare avanti.
- Ricevere e verificare le candidature di coloro che vogliono impegnarsi nel campo missionario.
- Seguire e aiutare i missionari che vengono nominati, riconosciuti e sostenuti dalle ADI.
- Informare le chiese circa il lavoro portato avanti nel campo missionario, avviando le iniziative che possano incentivare e sviluppare la visione missionaria.
- Programmare seminari e convegni ove venga trattato l’argomento delle missioni.
- Mantenere i contatti con le altre associazioni missionarie consorelle di altre nazioni.
Visione
Quella missionaria è una chiamata a cui le ADI desiderano rispondere con pieno coinvolgimento. L'istituzione del Dipartimento Estero è una testimonianza della volontà di dare riscontro concreto ad un sentimento che è sempre stato nel cuore dell'opera delle Assemblee di Dio in Italia. Prova di ciò siano gli estratti di 2 articoli scritti dai primi presidenti ADI, Umberto Nello Gorietti e Francesco Toppi, in cui emerge chiaramente l'impulso pentecostale a predicare il Vangelo “fino all'estremità della terra”.
Umberto N. Gorietti
La predicazione del Regno viene fatta sistematicamente da un capo all’altro del mondo, attraverso la radio, la letteratura, i missionari volontari, nell’affratellamento e nell’unità per poter con sforzi comuni e con perseveranza raggiungere le mete additate dal Signore […]
Nella sensibilità dello Spirito del Signore vogliamo predisporci all’ubbidienza, quali strumenti adatti nella sue mani, per realizzare le Sue opere avendo avanti a noi una più grande visione di milioni di anime che periscono nell’oscurità e nell’ignoranza.
Uniamoci con coloro che, rinunciando agli agi della vita moderna, si appartano per il ministerio; per quei cari che, fra rinunce, stenti e pericoli, vanno missionari dove Iddio li manda. Uniamoci con coloro che pregano per una gloriosa raccolta di frutti. Uniamoci a tutti coloro che non si fermano soltanto alla parola di incoraggiamento e di preghiera, ma sanno contribuire finanziariamente, donando generosamente per le missioni e per l’evangelizzazione del mondo con sacrificio.
Un grande uomo di Dio disse «Il mondo è la mia parrocchia».
Molti fra noi intendono, invece, che tutto sia limitato alla propria chiesa. Si sentono soddisfatti quando hanno potuto costruire la loro adunanza, quando possono aiutare i loro poveri, consolare i loro afflitti, visitare i loro malati. Pensiero errato perché un cristiano deve sentire la propria responsabilità dell’insegnamento del Maestro: «Andate per tutto il mondo». Dobbiamo, non soltanto sentirci, ma essere altruisti, per aiutare, soccorrere, portare il nostro contributo d’amore alle pecore disperse di Israele, ai perduti.
Il mondo dev’essere il nostro campo di lavoro. Questo è il piano di Dio per me, per te, per tutti.
(Tratto da Risveglio Pentecostale, Gennaio 1958)
Francesco Toppi
Come cristiani abbiamo un debito spirituale verso Dio e verso gli inconvertiti, quello di annunciare la buona notizia della salvezza. Che cosa stiamo facendo per ridurre il nostro debito?
L’apostolo Paolo scriveva: «Io sono debitore verso i Greci come verso i barbari, verso i sapienti come verso gli ignoranti. Così per quanto dipende da me, sono pronto ad annunciare il vangelo anche a voi che siete a Roma» (Romani 1:14,15). Egli si sentiva in debito verso tutti senza distinzione, verso i vicini come verso i lontani e perciò era pronto a donare sé stesso affinché l’Evangelo fosse predicato ed il suo debito pagato […]
Quanto è importante annunciare l’Evangelo in un mondo come l’attuale. Siamo ormai giunti alla quarta generazione pentecostale, ognuno di noi deve considerare un fatto che spesso diamo per scontato. Se i pionieri di questo risveglio evangelico non fossero stati pronti ad onorare il debito verso i propri concittadini, pagando spesso di persona con sofferenze e rinunce, persecuzione e carcere, confino e campi di concentramento, oggi noi non potremmo godere della benedizione della salvezza in Cristo rivelataci dall’Evangelo […]
Ognuno di noi è in debito con i suoi simili. Siamo profondamente in debito, l’unico modo per ridurlo è quello di partecipare la ricchezza della grazia di Dio in Cristo ad «ogni creatura». Abbiamo l’obbligo duplice di evangelizzare e di sostenere l’opera di evangelizzazione, moralmente con la preghiera, materialmente con i mezzi che il Signore ci fornisce. Dio desidera che ogni credente sia in qualche modo impegnato nell’evangelizzazione del mondo.
“Dobbiamo ridurre il debito” o sarà troppo tardi! Lo Spirito Santo ci aiuti a farlo comportandoci «da saggi; ricuperando il tempo perché i giorni sono malvagi» (Efesini 5:15).
(Tratto da Risveglio Pentecostale, Gennaio 1997)