Andando dunque...
"Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente"
Matteo 28:19,20
L’insegnamento di Gesù
Il Signore Gesù ha stabilito l’annuncio dell’Evangelo come unica missione dei redenti
“Andate per tutto il mondo e predicate l'evangelo ad ogni creatura. Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato. Or questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto: nel nome mio cacceranno i demonî; parleranno in lingue nuove; prenderanno in mano dei serpenti; e se pur bevessero alcunché di mortifero, non ne avranno alcun male; imporranno le mani agl'infermi ed essi guariranno” (Marco 16:15-19).
Responsabilità
La responsabilità dell’adempimento del grande mandato ricade innanzitutto sul singolo credente ed in subordine sulla comunità locale: “Poiché da voi la parola del Signore ha echeggiato non soltanto nella Macedonia e nell'Acaia, ma la fama della fede che avete in Dio si è sparsa in ogni luogo…” (I Tessalonicesi 1:8).
“Andando dunque fate discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto quanto ho comandato a voi” (Matteo 28:19,20)
Questa è la traduzione letterale dell’ultima frase pronunciata da Gesù nel vangelo di Matteo, prima di ascendere al cielo. Come è facile pensare, le ultime parole che si vuole lasciare a chi non ci vedrà più sono quelle più importanti, quelle che dovranno rimanere impresse dentro.
L’ultima cosa che Gesù volle dire ai suoi fu il comando di raggiungere tutti i popoli.
Più delle benedizioni, dei benefici della Sua presenza nel cuore e delle promesse future, il Signore rimarcò l’ordine, il programma di vita, lo scopo dell’esistenza di chi lo avrebbe seguito.
Questa scelta ci fa comprendere il peso dell’amore di Dio nei confronti di tutti quelli che ancora non sono riconciliati con Lui.
Si tratta di un comando: non chiama in causa tutti, ma soltanto coloro che hanno fatto un patto con Dio, ricevendo Cristo come Signore e Salvatore e arrendendo la propria vita a Lui. A questi, che lo amano e lo seguono, è rivolta una parola che richiede ubbidienza, non confronto o valutazione.
Sì, perché l’urgenza e la rilevanza del mandato non consentono dubbio o incertezza, ma franchezza e determinazione. Un ordine che impone di vincere ogni resistenza personale per ubbidire: l’apostolo Pietro stesso lo riconosce pensando a sé, israelita in casa del pagano Cornelio, quando confessa di essere lì, a costo della propria reputazione, perché “Gesù ci ha comandato di annunziare…” (Atti 10:42)
È un comando che va eseguito tutti i giorni e in tutti i luoghi in cui viviamo. L’ordine non è di andare, ma, mentre andiamo, ci muoviamo e svolgiamo le incombenze della nostra vita e della nostra chiamata, di fare discepoli, cioè annunciare Cristo e portare a sviluppo spirituale tutte le persone che incontreremo. Però andando, essendo attivi, prendendo un’iniziativa che ci porti a toccare anche ciò che è quotidiano, come i nostri concittadini e il nostro paese…
Prima di ascendere al cielo, il Signore Gesù diede ai discepoli il compito d’essere Suoi ambasciatori mediante l’annuncio del Vangelo. Nell’assolvere a questo impegno, essi posero le fondamenta della Chiesa tra gli uomini, predicando la lieta notizia della riconciliazione con Dioper mezzo di Cristo, l’unico salvatore del mondo. Nell’assegnare il compito di andare e raggiungere gli uomini (Mt.28:19), Gesù assicurò ai discepoli la Sua autorità, il Suo supporto ed il Suo incoraggiamento. Fino a quel momento, essi erano stati mandati solo alle “pecore perdute della casa d’Israele” (Mt.10:6) ma, da quel momento in avanti, il loro mandato sarebbe stato ampliato per raggiungere tutto il mondo, predicando ad ogni creatura il messaggio di redenzione e salvezza (Mc.16:15).
L’influenza della chiesa dell’era apostolica sarebbe stata grande. I discepoli, per mezzo della persecuzione subita, hanno capillarizzato la propria testimonianza diffondendo così ilmessaggio del Vangelo ovunque, a partire da Gerusalemme, poi allontanandosi progressivamente in Giudea, Samaria e fino all’estremità della terra. Poiché la chiesa primitiva non avrebbe potuto raggiungere da sola tutte le parti del mondo e ogni creatura della terra, il Signore chiede ancora a noi, oggi, la disponibilità nell’esercitare il ministero evangelico nel mondo (rif. At.1:8).
Non siamo stati chiamati, infatti, a stare in attesa che i perduti ci visitino, al contrario dobbiamo portare l’Evangelo fino alle porte dei bisognosi. Ogni credente deve conseguentemente raggiungere con la testimonianza evangelica il luogo più lontano possibile e con ogni mezzo possibile, partendo dalla propria famiglia, dal proprio contesto ambientale e sociale, raggiungendo poi altre zone, città, province, regioni, spingendosi fino all’estremità della terra.
Chiediamo a Dio in preghiera di alimentare in ciascuno di noi il peso dell’evangelizzazione per la salvezza delle anime perdute, affinché si accresca in ogni credente il desiderio di annunciarela grazia di Dio che è offerta a tutti indistintamente e gratuitamente “… … essendo egli lo stesso Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato” (Rm.10:12-13).
Alle preoccupazioni che oggi molti stanno sperimentando, i credenti ne aggiungono ancora una, la difficoltà di annunciare l’Evangelo. L’apostolo Paolo sembra conoscere la fragilità degli strumenti chiamati da Dio per predicare l’Evangeloquando usa l’immagine dei vasi di terra in riferimento ai credenti: “Ma noi abbiamoquesto tesoro in vasi di terra…” (2 Corinzi 4:7). Sì, il messaggio unico e prezioso dell’Evangelo è stato affidato a vasi di terra fragili, senza particolare valore e forza, uomini qualunque, ma pur sempre vasi che contengono un tesoro. La debolezza dello strumento serve ad esaltare la potenza divina.
Il profeta Isaia, che visse in tempi difficili, si chiedeva: “Chi ha creduto a quello che abbiamo annunciato” (Is. 53:1). Tanti non sembrano comprendere più il valore della croce, ma non per questo l’opera redentrice di Cristo, il Suo sacrificio sono vani.Vogliamo confidare nella promessa che per aver dato Sé stesso alla morte “…il giusto, renderà giusti i molti…” (Is. 53:11). Gesù vedrà il frutto del suo tormento interiore e un numero non quantificabile di uomini e donne sperimenteranno ancora il perdono e la guarigione.
Quel che sta accadendo nel mondo ci impone una riflessione quanto mai urgente sul mandato che ci è stato affidato, la domanda di Paolo in Romani 10 riecheggia più che mai: “E come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? E come potranno sentirne parlare, se non c’è chi lo annunci?” (v. 14).
Che ognuno di noi possa sentire l’urgenza di annunciare l’Evangelo anche nel nostro paese, affinché tanti giungano ad ascoltare il lieto messaggio della salvezza. Dio ha predisposto un meraviglioso piano di salvezza e c’è grande urgenza di annunciarlo alle nuove generazioni, preghiamo perché “la mèsse è grande, ma pochi sono gli operai” (Matteo 9:37). Dio ci ha rivolto una santa chiamata, facciamo nostro l’incoraggiamento di Paolo e ravviviamo il dono che è in noi (cfr. 2 Tim. 1:6).
In apertura del Vangelo secondo Giovanni, il Battista presenta Gesù ai suoi, ricorrendo ad un’immagine: Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo. In queste parole c’è molto più che un rimando ai sacrifici dell’Antico Testamento, in esse cogliamo la rivelazione del Salvatore e la promessa della liberazione dalla schiavitù del peccato.
L’apostolo Paolo scriveva in Efesini 1:7 in lui noi abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione de’ peccati, secondo le ricchezze della sua grazia. Questo testo spiega quanto implicitamente contenuto nelle parole del Battista. In primo luogo risulta chiaro che Cristo, e non soltanto una parte della Sua opera, è fonte esclusiva della salvezza, difatti avendo cura di affermare “In Lui”, il testo esclude ogni alternativa.
La salvezza, inoltre, è chiamata “redenzione” cioè riscatto; in altre parole è un pagamento per ottenere una liberazione, il prezzo non è stabilito in beni o danaro ma nel sangue, cioè nella morte cruenta. Il peccato è, rispetto Dio un’odiosa inimicizia, rispetto sé stessi è l’asservimento umiliante al peccato, dal quale non ci si può emancipare con le proprie forze. L’amore nei confronti dell’uomo che ha mosso Dio a donare il Suo Figlio è immenso!
Un’ultima considerazione riguardo il contenuto del Vangelo è la conseguenza dell’opera di Cristo, cioè il perdono dei peccati. Stupisce la capacità di perdonare di alcuni uomini, quanto più deve meravigliare il perdono concesso dall’Eterno a fragili e mortali creature, indegne d’essere ricordate. Eppure Dio perdona, ristabilendo un’amicizia diretta, vivente fra il peccatore e Sé stesso, così vera, eterna ed efficace da indurre l’apostolo Paolo a scrivere: reputo anche ogni cosa essere un danno di fronte alla eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù.
I discepoli di Gesù di ogni tempo hanno continuato ad indicare in Cristo l’Autore della salvezza per mezzo del suo sacrificio e della sua risurrezione. Questo è il contenuto della Buona Notizia volta a suscitare la fede in chi ascolta: la fede vien dall’udire e l’udire si ha per mezzo della parola di Cristo.

VisionE
La somma delle testimonianze individuali si trae presso la comunità, che vive dell’annuncio di Cristo.
- Il battesimo nello Spirito Santo
- La testimonianza individuale
- La comunità locale
- La collaborazione territoriale
Iniziative a livello nazionale
La supervisione nazionale è auspicabile perché utile, soprattutto a favore delle comunità meno numerose e delle zone più sguarnite.
Studenti IBI
L’utilizzo nei mesi estivi di studenti IBI per raggiungere località remote, servire durante le riunioni di evangelizzazione locali o campagne con le Tende.
Social e Media
L’utilizzo massivo del servizio TV e dei social, grazie ad una regia centralizzata, che provveda a raccogliere le informazioni ed irradiarle nelle Zone e località interessate.
App Radio Evangelo Network
L’utilizzo dell’app di Radioevangelo nazionale come volantino elettronico da far circolare per mezzo dei social. Scarica ora l'app
Contatti periferici
Il censimento, ricorrendo a pagine Facebook ed ai social, di famiglie, che risiedono isolate in località senza testimonianza e non frequentano nessuna comunità, per proporre riunioni in casa, esattamente come accadeva nel primo secolo.
Apertura nuove testimonianze
La richiesta alle comunità locali di patrocinare l’evangelizzazione di quartieri, sobborghi o città senza testimonianza.
Letteratura di edificazione
La richiesta alle comunità locali di patrocinare l’evangelizzazione di quartieri, sobborghi o città senza testimonianza.