A conclusione del 42° Incontro Nazionale Giovanile ADI-IBI

Dio è fedele! Non si può esclamare altro a conclusione del 42° Incontro Nazionale Giovanile ADI-IBI, tenutosi anche quest’anno nella consueta location di Fiuggi nei giorni 1-4 Novembre 2017. Questo incontro tra i più attesi e partecipati dai giovani delle chiese A.D.I. è l’appuntamento nel quale il desiderio che anima i cuori è quello di trascorrere quattro giorni lontani dalle pressioni e preoccupazioni della vita, per ricevere forza e guida dalla Parola di Dio e realizzare le Sue immense benedizioni, insieme a migliaia di giovani provenienti da tutta Italia. Anche quest’anno le aspettative, per la infinita Grazia di Dio, non sono state affatto deluse.

Così, l’1 novembre, dopo i primi incontri post campeggio e i saluti, si sono aperte le porte ed è iniziato il primo culto di risveglio.

Dopo il benvenuto del pastore Felice Antonio Loria, Presidente e Legale Rappresentante delle A.D.I, i numerosi partecipanti, malgrado la stanchezza del viaggio, hanno elevato di tutto cuore la loro voce per cantare le lodi a Dio e celebrare Gesù risorto.

La Sua presenza, invisibile ma tangibile, ha profondamente consolato e allargato i cuori all’ascolto della Sua Parola ministrata dal pastore Giuseppe Tilenni e incentrata sul testo di 2 Samuele 13, con particolare focus sul verso 3 “Amnon aveva un amico, di nome Ionadab”. La Parola di Dio, rivolta soprattutto ai giovani, ha enfatizzato il pericolo che corriamo quando ci si circonda di cattivi amici. Infatti, molti degli errori commessi da Amnon sarebbero stati evitabili, ma “Amnon aveva un amico”. Un invito è giunto, forte e diretto, dallo Spirito Santo: “Fai di Gesù il tuo Amico, l’unico, vero, insostituibile Amico”. La stanchezza non ha frenato coloro i quali, alcuni giovanissimi, compunti nel cuore, hanno risposto prontamente alla Parola di Dio, esprimendo il desiderio e l’impegno di avere e custodire come vero amico Gesù, l’Amico Fedele! Edificati, siamo rientrati ai nostri alberghi, dove abbiamo potuto recuperare le forze fisiche.

L’indomani, il programma ha proposto una giornata ricca e intensa, durante la quale, sin dal culto di adorazione il Signore ha abbondantemente arricchito le nostre vite. La meditazione mattutina è stata affidata al fratello Andrea Bisconti, giovane pastore di Lissone, il quale, basandosi sulla storia di Sansone, ha rivolto una parola attuale e incisiva attraverso cui ha incoraggiato con forza a preservare quel rapporto con Dio unico e prezioso, mediante una “totale, completa ed esclusiva consacrazione al Signore”. La serie di studi che sono stati sviluppati durante il corso dell’intero incontro ha avuto come tema “Quelli che seminano” (Salmi 126:5). Lo scopo del Comitato Organizzatore è stato di “incoraggiare i credenti tutti e in particolare le giovani generazioni a servire il Signore secondo il modello biblico, consacrandosi all’evangelizzazione e alla missione”.

A presentarci il primo studio è stato il fratello Raimondo Mennella, pastore delle chiese A.D.I. di Torre del Greco e San Sebastiano al Vesuvio. Il relatore ha aperto la serie di studi considerando la chiamata del seminatore, cioè colui il quale è chiamato a svolgere il meraviglioso mandato di Gesù. Dopo aver osservato la chiamata e le sue implicazioni di uomini come Mosé, Ezechiele, Matteo e gli apostoli, il fratello ha concluso incoraggiandoci, nella guida dello Spirito Santo, a seguire il Sommo esempio di Gesù, Signore della messe.

Il secondo studio dal titolo “La convinzione del seminatore” è stato esposto dal fratello Stefano Zedda, pastore della chiesa di Torino – Via Cuniberti e Venaria Reale (To). Ricevuta la chiamata, il seminatore svolge il suo compito con una convinzione: “ma porterà i suoi covoni”. Questa convinzione si tradurrà in realtà, se nel seminatore sarà presente una vera comunione con Dio (quale risultato di una genuina conversione, completa consacrazione e ricercata collaborazione), la certezza di fede che l’annuncio del messaggio del Vangelo predicato nella guida dello Spirito Santo salverà e recupererà anche le vite più disastrate e, infine, la consapevolezza di questo servizio, che non dovrà mai essere confusa con una distorta convinzione. Tra le note e i canti, intonati con grazia e maestria dal gruppo musicale della chiesa di Torino – Via Spalato, l’assemblea si è ricomposta per dare inizio al culto serale.

Il fratello Vincenzo Specchi, direttore dell’Istituto Biblico Italiano, ha presieduto il culto di apertura del LXIII Anno Accademico, e ha invitato l’assemblea ad aprire il cuore all’azione dello Spirito Santo. Dopo aver trascorso degli intensi momenti di lode, adorazione e preghiera, il corpo studentesco è stato invitato a presentarsi per intonare degli inni di lode al Signore, guidati dalla sorella Debora Fragnito. Due studenti hanno raccontato la loro storia e l’opera di salvezza che Cristo ha compiuto nella loro vita. Con grande commozione abbiamo ascoltato la storia di Giuseppe, ex ateo, primo studente IBI sordo. Grazie al suo impegno e all’aiuto di Dio può parlare e leggere perfettamente il labiale; pertanto, frequenta il primo anno perché mosso dal desiderio di conoscere meglio la Parola di Dio e di servire il Signore tra i sordi. Le lodi a Dio hanno profondamente edificato i nostri cuori, eppure essi erano ancora assetati di ricevere la cosa più importante: la predicazione della Parola di Dio. Il messaggio, dal titolo “Noi non ci piegheremo”, è stato porto dal fratello Domenico Modugno. Il testo cui ha fatto riferimento è nel libro di Daniele capitolo 3: Mentre tutti si prostrarono davanti alla statua che il re Nabucodonosor aveva fatto erigere, i tre giovani ebrei decisero di non prostrarvisi.

Ci è stato rivolto l’appello di prendere decisioni coraggiose. Tutti si prostrano, ma “noi non ci piegheremo”. In un mondo in cui i più giustificano le proprie scelte difformi dalla Parola di Dio perché “tutti lo fanno”, i figli di Dio scelgono di non piegarsi al mondo perché sono diversi, di non piegarsi al principe di questo mondo perché Cristo lo ha sconfitto, e di non piegarsi di fronte alle fornaci accese perché “l’esito della battaglia dipende dal Signore”, e Dio è la loro vittoria. Daniele e i suoi amici avevano preso nel loro cuore la decisione di non contaminarsi, e Dio onora quelli che Lo onorano! Per tale ragione sono stati miracolosamente liberati. L’invito profondo è giunto dal Signore a fare una scelta volitiva e non emotiva: “Dio cerca giovani come i nostri padri, pronti a non piegarsi, pronti a dire: “Non mi piegherò al mondo né al principe di questo mondo né davanti alla fornace ardente”. La Parola è stata accolta, e tanti hanno arreso la loro vita al Signore decidendo di non piegarsi, ma di rimanere in piedi per onorare Gesù, il Re de re.

Rientrati in albergo, dopo cena in tanti si sono riversati nella piazza di Fiuggi per godere ancora di sani momenti di comunione fraterna, trascorsi persino cantando in una pubblica piazza canti di lode a Dio!

La giornata seguente si è aperta con un culto di risveglio. Le lodi al Signore hanno riempito non solo la tensostruttura ma i cuori dei presenti, che hanno accolto con gioia la Parola di Dio, per questa occasione è stata ministrata dal fratello Domenico Vona, pastore della Chiesa di Sarno (Na). Dopo il culto, il fratello Pietro Bifulco, pastore della chiesa di Taranto – Via Emilia, ha condiviso lo studio biblico dal titolo: “L’attività del seminatore”. La Parola ci ha sfidato a venir fuori dai nostri schemi, spesso rigidi, e dalle nostre valutazioni, spesso razionali e umane, per agire mossi dalla fede e vedere l’opera e la gloria di Dio non solo dentro ma, anche e soprattutto, fuori dai nostri locali di culto. Allora, i risultati saranno sorprendenti perché il seme porterà frutto “dando il cento, il sessanta e il trenta”.

Dopo la pausa pranzo, ci si è ritrovati nel pomeriggio sotto la tenda per ascoltare l’ultimo studio. Il fratello Bruno Carchedi, pastore della Chiesa di Gioiosa Jonica, ha concluso parlando de “I privilegi del seminatore”. Nel corso dello studio si è sottolineato come il privilegio non consista soltanto nel raccogliere il frutto della propria fatica; piuttosto, il primo e vero privilegio è ricevere e trafficare il seme della Parola di Dio. È un seme speciale che produce vita se viene seminato. Sebbene a volte alcuni risultati siano più visibili e altre volte non lo siano: soltanto nell’eternità scopriremo il frutto della nostra fatica, mai vana nel Signore. Edificati dallo studio, dopo una breve pausa, l’assemblea ha ripreso ad elevare il proprio canto a Dio, con i cuori colmi di aspettative per il servizio di culto che da lì a breve avremmo offerto al Signore.

La predicazione è stata affidata al fratello Angelo Gargano, pastore della chiesa di Torino – Via Spalato. Il messaggio ha preso spunto dal testo di Atti 7:9-16 in cui il diacono Stefano, adesso evangelista, comincia a predicare l’Evangelo. Osteggiato, sarà condotto davanti al sinedrio dove comunicherà, coraggiosamente, il lieto messaggio dell’Evangelo, partendo da Abramo e terminando con Gesù. Citerà anche Giuseppe, evidenziando come egli fosse nato per uno scopo. Il fratello Gargano, attraverso brevi tratti di questo uomo, ha portato gli astanti a riflettere sul fatto che Dio ha un piano per la vita di ciascuno di noi, piano glorioso e benedetto, realizzabile se rimarremo fedeli a Lui. La nostra esistenza non è risultato di casualità, ma è voluta da Dio, e per questo occorre sforzarsi di ben capire quale sia la volontà di Dio. Il predicatore ha rincuorato la nostra vita ricordandoci che lo scopo di Dio si adempirà, nonostante le prove e le difficoltà, le opposizioni della famiglia e le nostre fragilità, perché Dio non è alla ricerca di superuomini, ma prende le cose che non sono, proprio come fece con Davide, e ne fa strumenti utili nelle Sue mani. A conclusione, la Parola di Dio è arrivata propizia: Dio ha pensato di convertire il male in bene nella vita di Giuseppe, per portare a compimento il Suo scopo. Lo stesso può fare con noi. Anche questa è stata un’occasione preziosa in cui tantissimi giovani hanno affidato la propria vita al Signore, per viverla all’insegna del Suo piano perfetto. Abbiamo vissuto dei momenti di profonda comunione con il Signore, la Cui presenza ha compiuto opere meravigliose.

Nell’ultimo culto, presieduto dal fratello Loria, ampio spazio è stato riservato al consiglio della Parola di Dio.

Dio è stato buono e ha diretto una parola chiara e penetrante. Dopo aver letto in 1 Re 14:21-31, il fratello Eliseo Fragnito, Pastore della Chiesa di Latina e Cisterna di Latina, ha predicato sull’illusorio espediente adottato da Roboamo per rimediare al furto degli scudi d’oro, compiuto dal re Sisac: egli fece fare in sostituzione degli scudi di bronzo. Evidentemente il valore degli scudi di bronzo non era paragonabile a quelli d’oro, ma questa era la magra consolazione di Roboamo. La Parola di Dio ci ha caldamente invitato a non permettere che le cose sacre e preziose di Dio vengano inopportunamente sostituite da imitazioni o false riproduzioni. Il popolo di Dio deve ricercare le cose vere: genuine conversioni, autentici battesimi nello Spirito Santo e reali chiamate al servizio. Allora, mentre custodiamo il buon deposito che Dio ha messo nel nostro cuore, vogliamo guardare al futuro, fiduciosi che Dio ha ancora copiose benedizioni per la Sua chiesa.

Non sono mancati, anche quest’anno, i numerosi servizi svolti all’interno dell’incontro. Grazie al DMRT (Dipartimento Media Radio Tv), è stata realizzato uno fitto programma di dirette radiofoniche, implementate da quella video attraverso i canali social di RadioEvangelo Network. Migliaia di utenti hanno seguito le dirette e interagito, prendendo così parte, seppur virtualmente al raduno. Sono stati incoraggianti i numerosissimi messaggi di credenti che, impossibilitati a venire, hanno goduto delle benedizioni di Dio grazie a questo servizio!

Tanti genitori presenti hanno potuto vivere dei giorni di refrigerio spirituale grazie al Servizio di Scuola Domenicale messo a loro disposizione.

Anche il servizio LIS, attraverso diversi interpreti presenti, ha consentito ai sordi di ricevere la Parola di Dio. È stato emozionante, infatti, vedere alcuni di loro rispondere agli appelli e piangere davanti al Signore.

Il 42° Incontro Nazionale Giovanile si è concluso con i saluti del fratello Loria e tra i saluti dei credenti i quali, rinvigoriti dalle benedizioni del Signore, sono ritornati a casa con un nuovo slancio verso l’evangelizzazione della nostra Nazione e oltre i confini, in attesa che il Signore della messe ritorni per dare a ciascuno la propria ricompensa.