Iniziando a scrivere il libro di Atti degli Apostoli, Luca riferisce: “Nel mio primo libro, o Teofilo, ho parlato di tutto quel che Gesù prese e a fare e a insegnare” (Atti 1:1).
Gesù ha insegnato con l’esempio e le parole
Il linguaggio è un’esclusiva facoltà donata da Dio all’uomo, che lo differenzia dagli animali. Attraverso le parole l’essere umano si relaziona con i propri simili, esprime emozioni e sentimenti, palesa pensieri, svela stati d’animo, insomma rivela la propria personalità. Con le parole esprime i propri bisogni, espone le proprie idee, partecipa le proprie esperienze, dialoga, apprende, riceve informazioni… suscita negli altri un’impressione più o meno positiva. Dalle parole si possono persino comprendere gli stati d’animo e le circostanze vissute in un dato momento. Leggendo il Salmo 6, vediamo che Davide è angosciato, si sente debole, insicuro, sfiduciato, si vede prossimo alla morte e crede che il Signore lo stia giudicando in quel modo. Nel Salmo 13, Davide pensa di essere addirittura dimenticato da Dio e teme che il nemico festeggi per averlo vinto per sempre. Nel Salmo 23, sempre Davide rivela un cuore fiducioso, pari a una pecora che si sente al sicuro perché protetta dal proprio pastore.
Le parole hanno un impatto sugli altri, soprattutto se supportate dall’azione e dalla popolarità, e possono fare dei danni sui soggetti vulnerabili. Alcuni vip, ad esempio, hanno affermato che, facendo uso di droghe, hanno aumentato le loro prestazioni cognitive e non vogliono farne a meno, non considerando che, con quelle parole, hanno incoraggiato i propri fans a far uso di stupefacenti. Altri, ad esempio, riprendono le loro bravate alla guida e quei messaggi audio-video, immessi sul circuito mediatico, inducono i followers a emulare quelle performance.
Considerato il potere delle parole e dell’esempio, il Signore Gesù è andato attorno agendo e insegnando per incoraggiare tutti a fidarsi del Suo insegnamento e spingere chi lo riceve verso le giuste decisioni e le buone azioni. Gesù non è rimasto in ufficio ad attendere il tempo della crocifissione e non si è tenuto in disparte dalle folle, ma le ha raggiunte, ha stanato ogni bisognoso, raggiungendolo nel luogo della sua quotidianità, per indurlo alla fede in Dio: “Abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me!” (Giovanni 14:1). Gesù non si è risparmiato nel seminare il bene attraverso le giuste parole e il giusto comportamento: “Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando l’evangelo del regno, e sanando ogni malattia e ogni infermità” (Matteo 9:35). Egli è stato l’unico a diffondere una parola di qualità, scevra da ogni imperfezione, per incoraggiare tutti a dare spazio alla fede nei cuori e fidarsi di Dio. Gesù non ha cambiato la qualità del Suo parlare neppure in presenza della sofferenza e della provocazione. Egli rimane il modello per eccellenza di chi deve parlare con grazia in tutte le vicende della vita.
È da Gesù che impariamo ad essere testimoni, badando bene che le nostre parole abbiano sempre un impatto positivo sugli altri anche in ragione del nostro esempio. Preoccupiamoci allora di fare nostra la promessa di Dio: “Io sarò con la tua bocca, e ti insegnerò quello che dovrai dire” (Esodo 4:12).
Carmelo Fiscelli
da Risveglio Pentecostale – novembre 2023