Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche “Assemblee di Dio in Italia”

Quale Pentecoste?

Come credenti cristiani evangelici di fede pentecostale viviamo in un tempo in cui rischiamo di parlare di più di Pentecoste di quanto non viviamo la Pentecoste. 

Facciamo bene a rimarcare come l’Opera delle Assemblee di Dio in Italia derivi dal movimento di risveglio evangelico nato all’inizio del ‘900 in diversi paesi del mondo, quando credenti di più denominazioni si unirono nella ricerca della “potenza dall’alto” annunciata da Gesù Cristo. Ricevettero così il battesimo nello Spirito Santo, con la manifestazione del segno biblico del parlare in “nuove lingue”, come era avvenuto a Pentecoste al tempo degli apostoli. Di fatto con queste parole stiamo rimarcando che le nostre radici affondano nella storia dell’eredità lasciata da Cristo, distribuita agli “eredi” dopo la Sua ascensione al cielo. 

Peraltro, nel 2033 la cristianità in generale si troverà a “celebrare” la ricorrenza del secondo millennio dalla morte del suo Fondatore e dalla prima effusione pentecostale, fissata per convenzione nel 33 d.C. 

Questo futuro a breve, che solo Dio conosce, è collegato al nostro passato remoto che è l’eredità di Atti 2. 

Il risveglio pentecostale nella nostra nazione, avviato nel 1907, è il nostro passato prossimo. A noi, chiamati a vivere questo presente che Dio ci ha affidato, è dato di essere coerenti con la storia che ci ha preceduto e con i fondamentali della Parola. Tra questi:

Pentecoste è fuoco di Dio per la santificazione

Nel libro degli Atti non troviamo un “doppio binario” che suddivida i credenti in pentecostali o non pentecostali. Dovunque Pentecoste sia arrivata ha prodotto risposte alla predicazione del Vangelo sul “binario unico” dello Spirito e manifestazione per fede dell’opera della grazia. 

Durante la conferenza di Gerusalemme di Atti 15 l’apostolo Pietro chiarirà che Dio ha dato lo Spirito Santo ai pagani (a cominciare da Cornelio) come lo ha dato ai giudei convertiti a Cristo, e nel v. 9 specifica che Dio “non fece alcuna discriminazione fra noi e loro, purificando i loro cuori mediante la fede”. 

La scintilla iniziale della rigenerazione e della purificazione è accesa. 

Dovrà diventare un fuoco per bruciare nel di dentro e nel di fuori del credente, per manifestare la crescita morale e spirituale dell’uomo nuovo sui sentieri della santificazione. 

Negli Atti e nelle Lettere non troviamo un indirizzo distinto tra potenza e santificazione. L’indirizzo è uno solo. 

E nel nostro tempo? L’eredità dei nostri padri lo ha confermato. 

E noi? Sì, ora tocca a noi vivere Pentecoste nella ricerca di piacere a Dio, prendendo le distanze dal terribile conformismo allo spirito del presente secolo, che trova sbocco anche nella pratica di tanti micidiali “peccati rispettabili”. 

Col rischio di essere fraintesi ma col coraggio della trasparenza, potremmo affermare che anche senza Pentecoste si entra nel cielo, ma senza la santificazione nessuno vedrà il Signore! (Ebrei 12:14). 

Che il fuoco di Dio sia per ognuno di noi l’unico che conti, senza lasciarsi attrarre da tanti fuochi estranei che vediamo accendersi intorno a noi, fuochi diversi da quello ordinato da Dio, capaci di “riscaldare a freddo”. Per i nostri contemporanei – in primo luogo adolescenti e giovani – Dio ci aiuti a essere una testimonianza di vita che piaccia a Lui, e a lasciare a nostra volta un’eredità di importanza capitale per le future generazioni! 

Se questo vale per chi siede sulle panche, vale ancor di più per chi sta in piedi dietro i pulpiti o comunque di fronte agli altri.

Pentecoste è Cristo alla guida della Chiesa

Nel mondo evangelico non ci sono troppi dubbi sul fatto che Cristo sia il Capo della Chiesa. È il Cristo di Colossesi 1:13-23, Lui che è l’immagine del Dio invisibile, il Capo del Corpo, che ha in ogni cosa il primato. 

Un giorno il Leone della tribù di Giuda siederà sul trono e governerà su tutto e tutti. Ma nel presente lo Spirito di Cristo rimanda a quello dell’Agnello di Dio, alle Sue virtù, ai Suoi sentimenti, alla Sua umiltà. Per intenderci rimanda al buon Pastore di Giovanni 10 e al Cristo-servo di Filippesi 2.

Intorno a noi osserviamo la nascita e la veloce crescita di diversi leader, con parabole diverse. Leader significa capo. Il modello biblico, che non vogliamo dare per superato, parla di un solo Capo e di tanti discepoli. Tra questi Cristo continua a scegliere ministri-servi e li dona alle comunità locali, non per dominare i credenti ma per essere esempi. Ai ministri Cristo chiederà conto di ciascun credente loro affidato. Nessun ministro andrebbe lontano senza la pienezza dello Spirito. La pienezza dello Spirito mostra maggiormente la totale dipendenza da Cristo. Chi è chiamato a guidare la chiesa, a qualsiasi titolo, servendola, è chiamato a farlo con il carattere di Cristo e l’unzione dello Spirito di Dio. Sì, perché Pentecoste è chiamata a servire, e non a essere serviti. Anche questa è parte dell’eredità che ci è stata affidata.

Pentecoste è l’impulso dello Spirito per l’evangelizzazione

Sappiamo tutti che il motivo principale del battesimo nello Spirito Santo è dotare il credente rigenerato di potenza e franchezza per testimoniare senza vergogna del Vangelo, che è tuttora “potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede”. Ma il fatto che questo trovi spazio solo alla fine di queste riflessioni costituisce di per sé un messaggio. 

Nel costruire una casa non partiamo dalla bandiera sul tetto ma dalle fondamenta. È legittimo desiderare che Dio aggiunga la Sua testimonianza alla nostra… “con segni e prodigi, con opere potenti di ogni genere e con doni dello Spirito Santo, secondo la sua volontà”. (Ebrei 2:4). 

È legittimo, necessario e urgente. Ma non può costituire il punto di partenza. Esattamente come non è un caso se l’invito dell’apostolo Paolo a desiderare ardentemente i carismi dello Spirito deve prima passare dalla via per eccellenza che è l’amore. 

Sì, Pentecoste è il grido a favore dei perduti che proviene dal profondo dell’anima di chi ha conosciuto sulla propria pelle l’amore di Dio, la Sua perfetta giustizia e la Sua abbondante misericordia, e sente il peso per i perduti. 

Non può trattenere questo amore, non lo può limitare. Può solo assecondarlo e rendersi strumento per arrivare al cuore di chi è alla ricerca della verità. Senza pretendere che lo Spirito di Dio si debba piegare ai nostri programmi, facciamo invece nostri i programmi di Dio!

Naturalmente Pentecoste è tanto altro, ma per ora ci fermeremo qui. Che queste attitudini possano contagiare molti, contribuendo alla formazione dei più giovani e alla presa di consapevolezza dei più maturi. Insomma, che possano onorare Cristo e il Vangelo… 

Elio Varricchione

da Risveglio Pentecostale – ottobre 2023