Meditazioni e articoli

L’ANTAGONISTA

Nella Scrittura, nel Vangelo di Luca al capitolo diciotto, troviamo la descrizione che Cristo fa di due uomini, un fariseo ed un pubblicano.

Il fariseo pregava nel tempio. Lì era presente anche un pubblicano, un ebreo che esigeva tasse per conto dell’impero romano. Apparteneva ad una categoria odiata e screditata dalla popolazione. Il fariseo in piedi, pregava Dio tra sé: “Signore ti ringrazio che IO non sono come gli altri uomini, neppure come quel pubblicano; IO digiuno, IO pago la decima…”

Di contro il pubblicano si rivolgeva contrito così a Dio: “Signore, sii placato verso me peccatore”. Cristo dice che quest’ultimo tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si innalza sarà abbassato, ma chi si abbassa sarà innalzato. Il fariseo incarna l’identikit dell’ingiusto giudice, che trova comunque e sempre un motivo per criticare e giudicare gli altri. Nella sua immaginazione trae potere dalla presunta inferiorità dell’altro, al fine di esaltare se stesso.

Il capitolo quarantasette di Isaia ci parla della caduta di Babilonia. Leggiamo: “Tu dicesti: IO sarò signora in perpetuo…; IO, IO e nessun altro che IO… ma una calamità ti piomberà addosso e non vi sarà alcuno che ti salvi”.

Il capitolo quattordici di Isaia ci parla in realtà di Satana, del nemico, dell’antagonista di Dio. Troviamo scritto: “Come mai sei caduto dal cielo o astro mattutino? Tu dicevi in cuor tuo: IO salirò in cielo, eleverò il mio trono al di sopra delle stelle di Dio, IO m’assiderò sul monte dell’assemblea, nella parte estrema del settentrione, salirò sulla sommità delle nubi, sarò simile all’Altissimo. Invece t’hanno fatto discendere nel soggiorno dei morti, nella profondità della fossa”.

Anche il capitolo ventotto del profeta Ezechiele ci parla dell’avversario di Dio: “Tu mettevi il suggello alla perfezione… eri un cherubino dalli ali distese, un protettore. Io, Dio, ti avevo stabilito e tu stavi sul mio monte santo… Tutto in te si è riempito di violenza e tu hai peccato… Il tuo cuore si è fatto altero per la tua bellezza, tu hai corrotto la tua saviezza a motivo del tuo splendore. Io ti getto a terra”. Il comportamento di Lucifero e degli angeli che lo hanno seguito ci dimostra che Dio crea degli esseri liberi. Si può ritenere che Satana sia stato il primo egocentrico della storia, colui che ha tentato di spostare il centro perfetto dell’ESSERE che è in DIO (cfr Esodo 3:14), su se stesso. Ha espresso il suo intento di accentrare su di sé più potere ed ha coinvolto anche tutta l’umanità in questo atteggiamento egoistico e distruttivo. Facciamo attenzione a coloro che pronunciano troppo spesso e con enfasi il pronome IO!

La figura di Cristo si colloca all’opposto perfetto di quella di Satana. Leggiamo nella lettera di Paolo ai Filippesi al capitolo due: “Gesù, essendo in forma di Dio, non reputò rapina (cosa da ritenere con avidità) l’essere uguale a Dio… ma annichilì se stesso… divenendo simile agli uomini… facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte della croce”.

Gesù ha dimostrato nella Sua vita valori come la vera abnegazione, il dono di Sé per la salvezza di chi crede, l’azione coraggiosa anche nel sacrificio estremo. Leggiamo nel capitolo dieci del Vangelo di Giovanni: “Il ladro non viene se non per rubare e ammazzare e distruggere; io son venuto perché (le mie pecore) abbiano la vita e l’abbiano ad esuberanza; io sono il buon pastore; il buon pastore mette la sua vita per le pecore. Il mercenario, che non è pastore… vede venire il lupo… si dà alla fuga… perché è mercenario e non si cura delle pecore”.

Nella lettera di Giacomo al capitolo tre leggiamo: “Ma se avete nel vostro cuore dell’invidia amara e uno spirito di contenzione, non vi gloriate e non mentite contro la verità. Questa non è la sapienza che scende dall’Alto, anzi ella è terrena, carnale, diabolica” (Giacomo 3:14).

Di seguito al capitolo quattro leggiamo: “Voi contendete e guerreggiate; non avete perché non domandate; domandate e non ricevete, perché domandate male, per spendere nei vostri piaceri”. (Giacomo 4:3)

Il capitolo cinque della lettera ai Galati ci mostra l’abisso che c’è tra il comportamento dettato dalla nostra vecchia natura carnale e quello generato dalla nuova nascita e dalla dimora dello Spirito Santo nel credente. Pensiamo ad un bicchiere mezzo pieno d’acqua. È anche mezzo pieno d’aria. Se in noi non c’è la pienezza dello Spirito Santo e della maturità di Cristo, nella misura in cui siamo vuoti, siamo occupati dalla natura umana che cerca il proprio interesse (cfr. 1 Corinzi 13). Siamo tutti in pericolo!

Al capitolo sei della lettera agli Efesini leggiamo: “Il nostro combattimento non è contro sangue e carne… ma contro le forze spirituali della malvagità”. Non siamo chiamati a lottare contro gli altri, ma contro il male che talvolta si agita anche in noi. Se ognuno lavorasse su se stesso, certamente vivremmo in un mondo migliore.

Coltiviamo la crescita della natura divina in noi (cfr 2 Pietro 1:4) e impegniamoci ogni giorno per farla prevalere!

Siamo incoraggiati dalla preghiera di Gesù: “Io non ti prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li preservi dal maligno”. (Giovanni 17:15).

Marina Di Bello

da Risveglio Pentecostale – luglio/agosto 2020