Un luogo
Per Gesù ogni posto era buono, un monte, un pozzo, una casa. Parlando con i monitori di ieri e di oggi, tutti osservano con più o meno stupore che i ragazzi di oggi sono molto diversi da quelli di qualche anno fa. In effetti è cambiato tutto!
Non solo i ragazzi, ma le famiglie, la scuola, la società, il mondo del lavoro, i valori, le speranze, il linguaggio, la comunicazione, le relazioni, e tanto altro. Ogni generazione vive un conflitto generazionale con quella precedente, ma oggi le differenze sembrano acuite da tecnologie e costumi che cambiano sempre più velocemente. I pastori e i responsabili della chiesa ne devono tenere conto!
Se è vero che tutto cambia, è vero anche che il bisogno del cuore non cambia mai: è il bisogno di amore. E se Dio è Amore allora dobbiamo presentare Dio per quello che Dio è: Amore! Ne deriva la necessità di trovare delle occasioni, dei luoghi e delle attività dove possa accadere il miracolo: incontrare Dio, i Suoi discepoli, quella Parola che dà amore e vita a ogni generazione, da secoli.
Trovare un luogo è una priorità per i responsabili. Un luogo dove sviluppare relazione con i nostri ragazzi. Questo luogo è la comunità intesa come incontro, relazione, ascolto, ammaestramento, comunione. Ma il luogo è anche l’invito del monitore a dei ragazzi per mangiare un gelato o una pizza. Tenere vive le relazioni sarà fondamentale. Talvolta il filo che unisce un ragazzo alla Chiesa di Cristo è tenuto solo dalla mano del monitore. E il filo di questa relazione non deve rompersi, ma diventare un legame d’amore!
Gesù cercava queste relazioni: “Quando Gesù giunse in quel luogo, alzati gli occhi, gli disse: Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua” (Luca 19:5).
Per amare
Le famiglie di oggi sono scosse e vivono disagi che ieri erano impensabili. I ritmi frenetici delle giornate (ieri il lavoro era più duro ma i ritmi della vita più lenti), i turni di lavoro che costringono le famiglie a relazioni fugaci, le conseguenti difficoltà a gestire gli impegni di lavoro-famiglia-scuola, e soprattutto l’incapacità di comunicare e assumersi responsabilità, generano incomprensioni, stress, mancanza di attenzioni, litigi, offese, abbandono, solitudine…
Tutti questi disagi della famiglia più altri non citati, si riversano inevitabilmente sui figli che poi ci ritroviamo nelle nostre Scuole Domenicali. Ne consegue che i monitori sono quelli che “sbattono” per primi su queste realtà e si trovano di fronte bambini e ragazzi feriti e smarriti. Teniamo conto dunque che nelle nostre Scuole Domenicali operano uomini e donne che sono i veri soldati al fronte, in prima linea.
Pastori e anziani fanno bene a dedicare ascolto e incoraggiamento a questo “reparto scelto” della Chiesa che è il gruppo dei monitori e dei responsabili giovanili. Fanno bene a pregare con loro, a ricercare attività e strumenti per il giusto insegnamento e aggregazione dove trovare amore e trovare Dio.
Portare a Cristo le nuove generazioni è la vera missione della chiesa, e la Scuola Domenicale ne è il fronte aperto dove infuria la battaglia. Preghiamo per i nostri monitori, affinché possano ascoltare i nostri ragazzi e comprenderli senza giudicarli. Ciò permetterà loro di ottenere la fiducia dei ragazzi e per poterli poi aiutare spiritualmente.
Se il ladro non dorme
“Il ladro non viene se non per rubare, ammazzare e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gesù, Giovanni 10:10).
Sappiamo che il ladro è il principe di questo mondo che sta rovinando scuola e famiglia e ora attacca i bambini. Il ladro trova sempre nuove strategie e i genitori cristiani devono saperlo. Devono sapere che, quando regalano il primo smartphone al loro amato figlio di undici-dodici anni, stanno facendo un gesto che non solo li rende felici, ma li mette in pericolo! Facciamo un semplice esempio: nessuno regalerebbe un’auto al figlio diciottenne senza fargli prendere prima la patente. Non occorre un po’ di istruzione anche per viaggiare sul web? Chi sarà il maestro in materia di siti-web per i nostri ragazzini? I loro amici? Ma sono affidabili?
Quanti genitori sanno regolamentare il tempo che i loro figli passeranno al telefono? Quanti genitori sanno che è possibile inserire nello smartphone dei blocchi ai siti pornografici? Immagino le risposte quasi scandalizzate di fronte a questa domanda, (e taluni sono pronti a dire): “Ma mio figlio non cercherebbe mai quella robaccia!” Dobbiamo sapere invece che è il nemico che cercherà i nostri ragazzi! Bene faremmo nelle nostre chiese a consigliare i genitori poco esperti in materia di cellulare, di parlare con qualche giovane nella chiesa che sappia istruire i nostri figli e magari inserire sul telefono i blocchi necessari. Gesù è venuto per darci vita fisica e spirituale, e noi dovremmo conservare la vita dei nostri ragazzi proteggendoli dalle esche immonde presenti sul web. La Bibbia deve rimanere il fondamento dell’insegnamento, e occorre insegnarla con gioia, a memoria, sapendo raccontare le storie come faceva il Maestro, ma è altresì vero che ogni educatore deve saper parlare di ogni aspetto della vita. Non ne sono esenti i monitori.
Leviamoci e combattiamo
Parliamo ora di seminari di aggiornamento. I monitori e i responsabili dei giovani hanno bisogno di aggiornamento, di confronto, di ritrovare nuovi stimoli e nuove forze per un compito spirituale che è, lo ripetiamo, portare le nuove generazioni a Cristo. Non è una passeggiata, ma un combattimento contro forze spirituali, contro un mondo spietato che vuole rubare le anime dei nostri ragazzi e portarle lontano da Dio. Perciò partecipare a incontri dove si studia, ci si aggiorna e si prega ci fa molto bene! Questo vale per i raduni nazionali, come anche per i seminari organizzati nei nostri Centri Comunitari e nelle singole comunità.
Ricordiamoci che l’amore vince, l’amore per Dio, l’amore per la Parola, l’amore per i nostri figli, l’amore di Cristo per un mondo perduto. L’amore vero che Dio ha sparso sopra la Sua Chiesa.
Che la Chiesa preghi per i perduti, per i nostri figli, per i responsabili. Che i pastori non mollino, ma che sappiano incoraggiare tutti. Soprattutto preghiamo affinché il Signore operi ancora il più grande miracolo: la salvezza dei peccatori!
“Fratelli che dobbiamo fare?” … ci piacerebbe sentire questa domanda dai nostri ragazzi delle Scuole Domenicali? Allora dobbiamo vivere l’alto solaio… e ricercare quella pienezza che ci rende testimoni efficaci e credibili. “Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete fare nulla” (Giovanni 15:5).