Promossi alla Gloria

Claudio D’Antonio

Claudio D’Antonio è nato a Napoli il 4 giugno del 1960 da Gennaro D’Antonio e Anna Lombardi. La sorella di mamma, Concetta, morì prematuramente, lasciando il marito Gaetano e nove figli, di cui l’ultimo aveva la stessa età di Claudio: due anni. Quindici persone si trovarono così a vivere in una casa che assomigliava più ad un convitto che ad un ambiente familiare. Due famiglie che, grazie a Dio, avevano conosciuto Gesù come loro Salvatore e che con dignità andavano avanti, benché fossero continuamente impegnate a combattere la povertà che primeggiava, a quei tempi, nelle case di tante famiglie. Fu in questo contesto che Claudio crebbe. Era affascinato dalla lettura e soprattutto dagli insegnamenti della Parola di Dio. Era molto giovane, quando il suo cuore si aprì pienamente al Signore, donandogli la sua vita. Essendo membro della comunità di Secondigliano (Na), il pastore Pasquale Di Martino notò la sua dedizione al Signore e gli conferì l’incarico di responsabile del gruppo giovanile. Claudio aveva 16 anni. Quasi ogni sera dopo le riunioni di culto si riuniva in preghiera con tutti i giovani nella tenuta agricola di un fratello, il quale riservava una stanza di casa sua, perché i giovani potessero riunirsi per pregare. Un luogo che divenne l’alto solaio del gruppo giovanile.
Lo stesso fratello Daniele Marra ricorda che, durante una visita di Claudio con i giovani alla comunità di Frattamaggiore, ne ammirò lo zelo e la dedizione al Signore. A 18 anni si fidanzò con Eva Di Vaia, che allora aveva 16 anni e amava tanto il Signore e che poi divenne la sua amata moglie. La coppia fu benedetta dal dono di una bellissima bambina, a cui diedero nome Deborah, che oggi serve il Signore ed è madre di due bambini.
Durante il corso della loro vita dovettero affrontare, sia Eva che Claudio, un susseguirsi di difficoltà fisiche che misero a dura prova la loro vita. Tuttavia il Signore li liberò sempre.
Da un punto di vista ministeriale, ad appena 24 anni, quando il pastore della comunità di Secondigliano era il fratello Alfonso Melluso, fu incaricato di prendersi cura della comunità di Napoli Miano, impegno che durò circa nove anni.
In quel periodo la comunità ebbe un notevole sviluppo. Successivamente, gli fu affidata la cura della comunità di Torre Annunziata, di cui è stato pastore fino ad oggi (circa ventinove anni).
Il suo desiderio e la sua richiesta al Signore, erano quelli di conquistare con l’Evangelo tutta Torre Annunziata. In quel periodo, incoraggiò l’evangelizzazione nella zona di Rovigliano, una località del comune di Torre Annunziata e a Trecase (Na), dove oggi sorgono due comunità di credenti. Circa cinque anni fa era stato chiamato anche alla cura della comunità di Frattamaggiore (Na), anch’essa curata con dedizione fino alla fine.
Il Signore gli diede l’onore di servirLo anche nel Comitato di Zona Campania e Molise per diversi mandati e dal 2019 come Segretario dello stesso.
Claudio si è distinto, oltre che come servitore del Signore, anche come marito attento e premuroso, padre e nonno affettuoso e amorevole. Tutti ne ricordano l’affabilità, la semplicità, l’abnegazione, l’umiltà, la disponibilità e l’amore mostrati verso la fratellanza e soprattutto verso il Signore a Cui diede tutto se stesso.
Non dimenticò le sue origini, anzi proprio da quelle riuscì a trovare la spinta per vivere una vita di gratitudine e riconoscenza a Dio. Durante i periodi di prova usava un’esclamazione: “È tutto buono”. Qualunque prova gli si presentasse, puntava sempre il suo sguardo verso l’Alto. Egli desiderava il cielo!
Nell’arco di trenta giorni, la vita di Claudio ha avuto una battuta di arresto a causa del Covid 19.
Prima di essere portato in terapia intensiva i medici gli diedero la possibilità di chiamare la sua famiglia. In quel giorno, si preoccupò di ribadire l’amore per i suoi cari e di tranquillizzarli, affidandoli alle mani sicure del Signore. A distanza di pochi minuti dalla sua morte la moglie esclamò: “Claudio ha vinto!”.
La sua corsa verso il cielo è terminata, ha raggiunto il traguardo tanto agognato.
Siamo riconoscenti a Dio per un tale Suo servitore.

Michele D’Antonio

Risveglio Pentecostale – gennaio 2021