Promossi alla Gloria

Vincenzo Caruso

Il fratello Vincenzo Caruso nacque il 16 giugno 1944 ad Altavilla Irpina (AV). La madre, Elisabetta Masucci, si convertì nel 1928 in giovane età. Poi, rimasta orfana, andò a vivere in una famiglia di credenti che la istruirono nelle vie del Signore. Il padre, Dionigi Caruso, che proveniva da una famiglia cattolica molto osservante, si convertì anche lui da giovane, mentre era in un convento per diventare monaco, grazie alla testimonianza di un fratello che incontrò per strada e che gli testimoniò del Signore. Il fratello Vincenzo Caruso nacque, quindi, in una famiglia evangelica quando ancora in Italia non c’era la libertà di culto ed era difficile essere credenti senza essere perseguitati. A quei tempi, raccontava sempre il fratello Vincenzo, i credenti erano pochi e suo padre Dionigi si faceva spedire libri e manuali cristiani per istruirlo, spiegandogli le storie della Bibbia, poiché non c’era la Scuola Domenicale come oggi noi la conosciamo. Suo nonno, anch’egli convertitosi per la testimonianza del figlio Dionigi, mise a disposizione un locale nel paese di Altavilla Irpina dove nacque la chiesa, una delle poche in quel tempo. Il fratello Vincenzo Caruso frequentò la comunità da bambino e, dopo le prime esperienze con il Signore, partì giovanissimo per Roma in cerca di lavoro e lì, frequentando la chiesa di via dei Bruzi, fu battezzato in acqua il 29/09/1962 dai fratelli Francesco Toppi e Luigi Arcangeli. Dopo qualche mese si trasferì a Milano e frequentò la chiesa di via Cesare Correnti per qualche anno. Chiamato a svolgere il servizio militare a Pordenone, frequentò la chiesa di Udine curata dal pastore Wiles, dove il Signore lo battezzò nello Spirito Santo. Tornato a Milano si unì in matrimonio nel 1967 con la sorella Fortuna Vaccariello dalla quale ebbe tre figli. Iniziò a frequentare la chiesa di Cesano Boscone (MI) che proprio in quell’anno era nata grazie all’opera del fratello Domenico Capuano che aveva messo a disposizione un locale di culto. Insieme alla moglie iniziò attivamente a servire il Signore nella chiesa di Cesano Boscone collaborando con il pastore. Venne incaricato nella cura della Scuola Domenicale degli adulti come insegnante. Curò per diverso tempo una famiglia di simpatizzanti svolgendo dei culti nella loro casa, dove si convertirono anche dei vicini. Collaborò con diversi pastori e sostituì il fratello Pasquale Pastore a Castellanza (VA) per diversi mesi. Nel 1985 venne eletto pastore e prese la conduzione della chiesa di Cesano Boscone. L’opera di Dio avanzava e la chiesa continuava a crescere finché si rese necessario pensare alla costruzione di un nuovo locale di culto più spazioso. Fu acquistato un terreno e grazie a Dio iniziarono i lavori per la costruzione. Il fratello Vincenzo Caruso, da poco in pensione, si recava giornalmente in cantiere per eseguire dei lavori insieme ad altri fratelli. Proprio in quel periodo, il fratello Vincenzo, all’età di 57 anni, il 10 dicembre 2001, mentre era in cantiere fu colto da un malore ed ebbe un ictus. Perse l’uso della parola e della parte destra del corpo. I medici, quando videro la TAC, dissero che era un miracolo che fosse ancora in vita. Fu un periodo molto difficile sia per lui sia per la famiglia e per la chiesa. Nonostante tutto, nel suo cuore risuonavano le parole del Salmo 43:5 “Perché ti abbatti, anima mia? Perché ti agiti in me? Spera in Dio, perché lo celebrerò ancora; Egli è il mio salvatore e il mio Dio”. Rimase quattro mesi in ospedale mentre i pastori della zona e i credenti lo sostenevano facendogli visita e pregando per lui. Il Signore nella Sua bontà portò avanti l’Opera Sua. Il fratello Vincenzo uscì dall’ospedale e dopo circa un anno ebbe la gioia di vedere il nuovo locale di culto inaugurato. Le sue condizioni di salute lo costrinsero a dare le dimissioni, così la comunità lo nominò pastore emerito. Per ventuno anni, nonostante le difficoltà affrontate a causa della sua malattia, è rimasto fedele al Signore frequentando la chiesa e vedendo i suoi tre figli e la moglie sempre al suo fianco. Due settimane prima che il Signore lo chiamasse ha voluto testimoniare in chiesa la sua gratitudine a Dio per i 21 anni di vita che Dio gli aveva concesso, citando i versetti di Giobbe 19:25-27: «Ma io so che il mio Redentore vive e che alla fine si alzerà sulla polvere. E quando, dopo la mia pelle, sarà distrutto questo corpo, senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò a me favorevole; lo contempleranno i miei occhi, non quelli d’un altro…». Il 26 dicembre 2022 è stato chiamato in gloria dal Signore. Ancora oggi viene ricordato da chi lo ha conosciuto per le sue qualità: un servo di Dio che predicava in modo genuino, che amava la chiesa mettendo sempre il Signore al primo posto. I familiari sono grati a Dio per la sua testimonianza di fede e per come il Signore lo ha chiamato dolcemente a casa senza che lui soffrisse. Alla fine, ha potuto fare sue le parole dell’apostolo Paolo che citava spesso: «Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno» (2Timoteo 4:7-8).

Pasquale Puopolo per la famiglia

da Risveglio Pentecostale – febbraio 2023